lunedì 28 ottobre 2013

DECALOGO PER IL CORRETTO USO DELLE PIANTE MEDICINALI

Il decalogo per un corretto utilizzo delle erbe in terapia curato dal Ministero della Salute e dell’Agenzia Italiana del Farmaco:
1. Naturale non è sinonimo di innocuo: esistono infatti anche piante tossiche, altre responsabili di effetti collaterali noti, o con specifiche controindicazioni.
2. Non dovrebbero essere mai utilizzate le erbe raccolte spontaneamente, bensi quelle garantite da un esperto e quindi vendute attraverso i normali canali di vendita (farmacia).
3. L’assenza di controllo di qualità può essere causa di contaminazioni (durante la lavorazione) ed errori nell’identificazione delle specie medicinali.
4. La maggior parte delle preparazioni empiriche e tradizionali a base di erbe è priva di documentata efficacia, mentre i prodotti erboristici gli integratori alimentari non hanno il ruolo di medicinali vegetali.
5. Le erbe medicinali in quanto contenenti sostanze biologicamente attive, vanno assunte sotto il controllo medico o del farmacista.
6. I trattamenti a base di erbe vanno evitati in gravidanza o allattamento, per mancanza di studi sulla loro innocuità a lungo termine.
7. Neonati, bambini e anziani non dovrebbero usare erbe medicinali senza il controllo medico.
8. L’automedicazione con prodotti a base di erbe dovrebbe essere comunque di breve durata; (i rischi altrimenti possono essere ritardo nella diagnosi e/o terapia sicura ed efficace; aggravamento per sospensione della terapia convenzionale.)
9. Erbe e preparati vegetali  possono interagire con molti farmaci (il ginseng causa aumento di efficacia del warfarin e degli ipoglicemizzanti orali) .
10. Prima di iniziare un trattamento a base di erbe è necessario che il medico venga informato riguardi particolari condizioni patologiche, allergie o terapie farmacologiche in atto (le piante contenenti salicilati come Spirea, Betulla, Salix alba non vanno mai usate nei pazienti allergici all’aspirina).

venerdì 4 ottobre 2013

CARCIOFO PROPRIETA' E CONTROIDICAZIONI

Carciofo, proprietà e controindicazioni

Carciofo, proprietà e controindicazioniLa medicina è amara, si sa. Nel mondo delle piante officinali, in realtà, ci sono molte tisane dal sapore così gradevole che berne un tazzone è un beneficio decisamente piacevole. Poi ce ne sono alcune poco gradevoli. Infine ce ne sono poche decisamente sgradevoli; una in particolare, più di tutte le altre, è così cattiva che berla senza la molletta al naso è quasi impossibile: il Carciofo(Cynara scolymus L.). Attenzione, non stiamo parlando delle brattee che proteggono il fiore, cioè la parte che mangiamo con molto gusto nelle tipiche ricette alla romana e alla giudia; la drogadel Carciofo (cioè la parte utilizzata a scopo medicinale) è costituita dalle foglie.
Nonostante il loro saporaccio, le foglie di Carciofo si sono utilizzate per millenni e si continuano ad usare ancora oggi, perché sono un vero toccasana.
Il Carciofo è da sempre apprezzato perché coleretico e colagogo, cioè aumenta la quantità di bile prodotta dalle cellule del fegato e la quantità di bile secreta dalla vescichetta biliare. Per questo è da sempre usato come drenante e depuratore del fegato. Inoltre è un efficace epatoprotettore, perciò è usato per prevenire i danni al fegato.
Ma il Carciofo è apprezzato anche come depurativo metabolico: è in grado di diminuire la produzione di colesterolo e trigliceridi. Inoltre, il Carciofo riduce l’azotemia, ovvero la quantità di urea nel sangue (migliora la capacità del fegato di metabolizzare l’urea, stimolandolo a formare molecole azotate più facilmente eliminabili per via renale).
Infine essendo molto amaro, come altre piante depurative del fegato, ha un effetto stimolante sulla secrezione dei succhi gastrici. Questo, unito alle proprietà coleretica e colagoga, lo rende in grado di migliorare tutto il processo digestivo.
La tisana di Carciofo si prepara per decozione: bisogna far bollire 1 cucchiaio di foglie per 5 minuti, poi si spegne il fuoco e si lascia in infusione per altri 10 minuti. Se ne consigliano 2 tazze al dì. Bere con una molletta al naso. No davvero, è un toccasana impareggiabile, ma è anche la tisana più cattiva di tutte.
Se si vogliono stimolare i processi digestivi, l’ideale è assumerlo 20-30 minuti prima dei pasti principali (così da renderlo un vero aperitivo).
Possibili controindicazioni e interazioni
In caso di occlusione delle vie biliari o di calcoli biliari non andrebbe assunto o andrebbe assunto sotto stretto controllo medico.
Non va assunto dalle donne in allattamento.
Fare attenzione alla contemporanea assunzione di farmaci gastrolesivi (per l’azione stimolante sulla secrezione dei succhi gastrici).

martedì 1 ottobre 2013

CARCIOFO: BUONO NON SOLO A TAVOLA

Carciofo

Carciofo

Cynara scolymus L.

Famiglia: Compositae (Asteraceae)
Parti utilizzate: Foglie

Descrizione e origine del carciofo

Il carciofo è un' erbacea perenne robusta che raggiunge l’altezza di 2 m. Ha foglie grandi, composte, di colore verde grigio-argenteo, cospicue teste fiorali di colore porporino. Si tratta del comune ortaggio di cui,  a scopo alimentare si mangiano i fiori non ancora sbocciati, e a scopo medicinale le foglie. Originario dell’Europa, ora ampiamente coltivato.

Principi attivi di riferimento del carciofo

I principi attivi del carciofo sono gli acidi caffeilchinici, quali acido clorogenico.

Attività principali del carciofo

Il carciofo è un epatoprotettore, tonico epatico, coleretico, colagogo, amaro tonico, ipocolesterolemico, diuretico, depurativo.

Uso del carciofo

Il carciofo è utile nei disturbi digestivi (quali mal di stomaco, nausea, sensazione di sazietà, flatulenza) e disturbi epatobiliari. Coadiuvante di una dieta povera di grassi nel trattamento delle dislipidemie (colesterolo e trigliceridi elevati) da lievi a moderate.

Note

Ipersensibilità ad altre piante della famiglia delle Compositae. In caso di calcoli biliari assumere solo sotto controllo medico.

Buono non solo a tavola

È uno degli ortaggi più antichi infatti viene coltivato sin dai tempi dei greci e dei romani. Mentre si utilizzano a scopo alimentare il fiore e parzialmente il gambo (molto ricco di sostanze prebiotiche quali l’inulina), a scopo medicinale si utilizzano le foglie (molto amare).

Attività delle sostanze amare

Le piante ricche di principi attivi amari sono ben note per la loro attività digestiva, si pensi alla Genziana, o all’Artiglio del diavolo citato precedentemente o appunto al Carciofo. Quando le sostanze amare entrano in contatto con appositi recettori (recettori dell’amaro) presenti sulla lingua stimolano, si ritiene per via nervosa-riflessa, un aumento sia delle secrezioni digestive che
probabilmente della motilità intestinale. In altri termini: attivano la digestione. In caso di disturbi digestivi, quali digestione lenta, pesante, vanno idealmente assunti prima dei pasti, circa 15-30 minuti. Sebbene le preparazioni liquide o in generale quelle che permettono un contatto con i recettori dell’amaro, siano quelle più efficaci, chi non sopporta o non gradisce l’amaro può comunque assumere queste piante anche in altre forme (capsule etc.). Infatti, gli efetti delle piante amare assunte in questo modo sono ancora sufficienti per aiutare e stimolare i processi digestivi.

CAMOMILLA NON SOLO LA PIANTA DELLA BUONA NOTTE

Camomilla

Chamomilla matricaria L.

Famiglia: Asteraceae (Compositae)
Parti Utilizzate: Capolini

Descrizione e origine della camomilla

Pianta erbacea annuale, alta fino a 40 centimetri, a fusto eretto e ramificato con foglie bipennatosette e fiori raccolti a formare capolini dal lungo peduncolo. Alla periferia del capolino ci sono i fiori femminili bianchi e ligulati, mentre al centro si trovano quelli tubulosi di colore giallo. La Camomilla cresce spontanea in tutto il continente europeo, si trova comunemente nei luoghi erbosi, lungo le strade campestri e le siepi e fiorisce da Maggio a Settembre.

Principi attivi di riferimento della camomilla

I capolini della  camomilla contengono un olio essenziale (0,5-1,5%) costituito principalmente da camazulene e alfa-bisabololo; derivati flavonici quali apigenina-7-glucoside (0,5% circa), cumarine (erniarina e umbelliferone), acidi fenolici e polisaccaridi (fino al 10%).                                          

Attività principali della camomilla

La camomilla ha attività antinfiammatoria, antispasmodica, antimicrobica, antiulcerogenica, cicatrizzante e blandamente sedativa.

Uso della camomilla

Tradizionalmente utilizzata come blando sedativo la camomilla è indicata nel trattamento sintomatico dei disturbi gastrointestinali quali spasmi minori, distensione epigastrica, flatulenza ed eruttazione. Esternamente si può utilizzare nelle lievi infiammazioni ed irritazioni cutanee e della mucosa, comprese cavità orale e gengive (colluttori), tratto respiratorio (inalazioni) e aree genitali e anali (bagni e unguenti).

Note

Ipersensibilità ad altre piante della famigli adelle Compositae (Asteraceae).

La camomilla non è solo "pianta della buona notte"

La camomilla è forse la pianta officinale più presente nella dispensa delle nostre case: il suo infuso profumato e fumante è così legato ai nostri ricordi serali da farcela considerare per antonomasia "pianta della buona notte". Ma tanto è antica e familiare che non ci rendiamo conto della sua importanza come pianta officinale. Nel Papiro di Ebers (ca. 1550 a.C.) è documentato il suo uso fin dai tempi degli Egizi, viene descritta costantemente negli antichi erbari, è stata utilizzata da Ippocrate, Dioscoride, Galeno, Paracelso e così via, sino ai nostri giorni. In realtà la Camomilla è importante per le proprietà antiinfiammatorie ed antispastiche esercitate sull'apparato digerente, e queste unite a quella di conciliare il sonno, ne fanno un rimedio prezioso anche per l'infanzia. Spesso infatti sono proprio disturbi come le piccole coliche, così frequenti in tutti i bambini, ad impedire un buon sonno. Sempre per l'azione antiinfiammatoria e lenitiva i preparati a base di Camomilla vengono anche molto utilizzati nell'uso esterno, in modo particolare nei casi di lievi infiammmazioni e irritazioni cutanee (come alcune forme di dermatiti comuni) e della mucosa, comprese cavità orale e gengive e il tratto respiratorio (inalazione). I composti responsabili dell'attività farmacologica della Camomilla sono concentrati nel capolino, comunemente definito fiore della camomilla. In realtà questo è una infiorescenza che raccoglie i due fiori veri della Camomilla: i fiori tubulari gialli che formano il ricettacolo dalla caratteristica forma conica e i fiori bianchi ligulati (ligule) che sono posizionati verso l'esterno dell'infiorescenza e costituiscono i cosidetti petali. Nel capolino le sostanze attive hanno una particolare distribuzione. L'olio essenziale ricco in α-bisabololo, sesquiterpeni ciclici eterei, oltre a cumarine, esteri e azulene che si forma dalla decomposizione della matricina durante il processo di estrazione (distillazione in corrente di vapore) e che dona all'olio una colorazione blu è contenuto nell'intero capolino e in modo particolare nei fiori tubulari gialli, mentre le ligule sono la porzione del capolino più ricca in flavonoidi (apigenina, luteolina). Separando le ligule dal resto del capolino si possono ottenere quindi estratti particolarmente ricchi in flavonoidi e caratterizzati da un elevato profilo di sicurezza.

IL THE VERDE: ANTIOSSIDANTE MEGLIO UNA INFUSIONE PROLUNGATA

The Verde

The verde

Camellia sinensis (L.) O. Kuntze

Famiglia:Theaceae

Parti Utilizzate

Le foglie

Descrizione e origine del the verde

Il the verde è un grande arbusto che di norma viene tagliato ad 1,5 m per facilitare la raccolta; foglie lucenti, fiori bianchi. Originaria dell’Asia meridionale ed orientale. Si ottengono commercialmente tre tipi di the: il the nero (fermentato ed essiccato), il the verde (trattato col calore e rapidamente essiccato), il the oolong (semifermentato). La fermentazione è dovuta a diversi processi di ossidazione che cambiano il colore del the, la sua composizione e il suo aroma.

Principi attivi di riferimento del the verde

I principi attivi del the verde sono la caffeina (circa 2-4%), altre metilxantine, e fino al 30% di composti fenolici quali ad esempio l’epigallocatechingallato.

Attività principali

Stimolante (per la caffeina e metilxantine), antiossidante (per i polifenoli), diuretico.

Uso

Come stimolante. Nel sovrappeso, nella ritenzione idrica, come antiossidante per ridurre gli effetti negativi dei radicali liberi.

La differenza tra the verde e the nero

Un aspetto che a volte risulta poco chiaro è la differenza tra The verde e The nero. In particolare viene a volte domandato se è vero che il The verde non contiene teina/ caffeina. In effetti come si vede dalla scheda il The verde contiene caffeina (un minimo del 2%) e più o meno nella stessa quantità del The nero. La pianta è assolutamente la stessa così come la parte raccolta che sono generalmente le foglie, l’unica evidente differenza è che il The nero subisce un processo di fermentazione. Il The verde si ritiene abbia un più spiccato potere antiossidante anche se quello del The nero non è trascurabile.

Osservazioni sul tempo di infusione

È interessante osservare cosa accade durante un’infusione di The verde. Un’infusione breve, da 30 secondi ad un massimo di 2 minuti, porta ad una bevanda lievemente colorata e con un altrettanto delicato aroma e gusto. Se il tempo di infusione si prolunga fino ad esempio a 10 minuti, il colore diventa più scuro giallo intenso/giallo brunato ed il gusto diventa meno delicato e notevolmente più astringente. È evidente che nel primo caso, infusione breve, si estraggono pochi polifenoli (tra cui  tannini dalle proprietà astringenti), che invece abbondano nel secondo caso. Per quanto riguarda la caffeina invece essa viene estratta molto bene già con una breve infusione.
Quali conclusioni possiamo trarre da queste osservazioni? Un’infusione breve estrae già efficientemente la maggior parte della caffeina e pochi polifenoli, quindi avrà effetto stimolante e poco antiossidante, un’infusione lunga invece avrà maggior attività antiossidante pur rimanendo stimolante.
Quindi se si desidera assumere il The verde per le sue proprietà antiossidanti, l’infusione dovrebbe essere prolungata, tuttavia non troppo da rendere la bevanda poco gradevole.

ALGA MARINA UN AIUTO NEL CONTROLLO DEL PESO

ALGA MARINA 
HABITAT: si trova lungo le coste dei mari temperati e freddi dell'emisfero nord, ed è particolarmente abbondante nel canale della Manica.
PARTE USATA: il tallo.
PREPARAZIONI FARMACEUTICHE CONSIGLIATE: estratto secco nebulizzato e titolato in iodio totale min 0,05% (Farmacopea Italiana X), la cui dose giornaliera va da 6 a 10 mg per kg di peso corporeo, suddivisi in due somministrazioni, una al mattino al risveglio e l'altra nel primo pomeriggio. L'assunzione giornaliera di iodio non deve superare, nell'adulto, i 120 microgrammi. 
COMPOSIZIONE CHIMICA
: l'alga marina è ricca di iodio (0,05-0,2%), presente sia in forma libera sia legato a proteine e a lipidi oppure legato ad alcuni aminoacidi. Contiene anche discrete quantità di fibre vegaetali chiamate alginati.
PROPRIETÀ TERAPEUTICHEAzione dimagrante e anticellulite: è soprattutto impiegato come dimagrante e come anticellulite. Infatti lo iodio che la pianta fornisce viene captato dalla tiroide, che lo utilizza per la sintesi degli ormoni tiroidei. Questa pianta è quindi in grado di aumentare la produzione di questi ormoni, che hanno azione catabolica su tutti i metabolismi e in particolare su quello lipidico. Ciò significa che essi aiutano l'organismo a bruciare i grassi, in particolare quelli in eccesso depositati nel tessuto sottocutaneo, e questo è il motivo principale grazie al quale l'alga marina svolge azione dimagrante e anticellulite.
  1. Indicazioni principali: sovrappeso e/o obesità, cellulite.
  2. Azione prevalente: stimolante tiroidea e quindi dimagrante.
  3. Altre azioni: anticellulite.
EFFETTI COLLATERALI: un dosaggio elevato può causare ipertiroidismo con tremori, irritabilità, tachicardia, insonnia e ipertensione arteriosa. In rari casi può causare reazioni allergiche anche gravi.
CONTROINDICAZIONI: E' controindicato nel paziente cardiopatico, in particolare se portatore di aritmie tachicardiche, nell'ipertensione arteriosa grave, in gravidanza e durante l'allattamento. Non va usato in pazienti portatori di malattie tiroidee caratterizzate da un funzionamento della ghiandola superiore al normale, come ad esempio il morbo di Basedow. Va usato con molta cautela nel bambino al di sotto dei 12 anni di età.
INTERAZIONI CON FARMACI: nessuna significativa.
DATI TOSSICOLOGICI: non disponibili.
BIBLIOGRAFIA.
  1. Bruneton J. Pharmacognosie et phytochimie plantes medicinales. Ed. Lavoisier, Paris, 1993.
  2. Brigo B. Fitoterapia e gemmoterapia nella pratica clinica. Ed. La Grafica briantea. III edizione, 1988.
  3. Bergeret C., Tetau M. La nuova fitoterapia. Ed. Del Riccio, Firenze, 1983.
  4. Patankar M.S. et al. A revised structure for fucoidan may explain some of its biological activities. J. Biol. Chem. 268, 21770-21776, 1993.
  5. Lamela M. et al. Hypoglycaemic activity of several seaweed extracts. J. Ethnopharmacol. 27, 35-43, 1989.

UN CONSUMO MODERATO DI VINO ROSSO AUMENTA NOTEVOLMENTE I LIVELLI DI OMEGA 3

AglioUn consumo moderato di vino rosso aumenta notevolmente i livelli di Omega 3

Antonello Sannia presidente della SIMN (Società Italiana Medicina Naturale)

Il consumo moderato di alcool e gli acidi grassi della serie omega 3 sono associati con una minore mortalità coronarica.
In questo studio è stata valutata la correlazione tra l'ingestione di vino rosso e i livelli di acidi grassi omega 3 nel sangue in pazienti con cardiopatia ischemica, tenuti a una dieta ricca di acido alfa linolenico, il più diffuso acido grasso omega 3 presente nei vegetali.
I pazienti dovevano compilare un questionario specifico per accertare il loro consumo quotidiano di vino rosso.
Si è notato che con l'aumentare dell'ingestione di vino rosso aumentavano anche i livelli di omega 3 nel sangue, con un aumento di acido eicosapentaenoico (EPA) (uno degli acidi grassi della serie omega 3) incrementato del 50%.
La dose di vino rosso che aumentava maggiormente i livelli di omega 3 e di EPA in particolare era di circa 250 cc al giorno.
Lo studio indica che un consumo moderato di vino rosso aumenta notevolmente i livelli di omega 3 e in particolare di EPA nel sangue in pazienti con cardiopatia ischemica.
Fonte: De Lorgeril M. et al. Studio per valutare la correlazione tra l'ingestione di vino rosso e i livelli di acidi grassi omega 3 nel sangue in pazienti con cardiopatia ischemica. Am Heart J. 155(1):175-81, 2008.

CAFFE VERDE SPECCHIASOL CPS UTILE PER AIUTARE IL METABOLISMO

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Utile per aiutare il metabolismo. 
È caratterizzato da un alto contenuto di acido clorogenico, un potente antiossidante capace di ridurre l’assorbimento di zuccheri da parte dell’intestino e di velocizzare al contempo il metabolismo accelerando il processo attraverso il quale il nostro organismo brucia i grassi accumulati. 
Non contiene glutine. 

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Modalità d'uso 
Assumere 2 capsule al giorno con un po’ d’acqua. 

Avvertenze 
Non superare la dose giornaliera raccomandata. 
Tenere fuori dalla portata dei bambini al di sotto dei 3 anni di età. 
I complementi alimentari non vanno intesi come sostituti di una dieta variata. 
Per donne in gravidanza o in allattamento e bambini si raccomanda di sentire il parere del medico. 

Formato: Confezione da 30 capsule.

GLI EFFETTI SALUTISTICI DELLA CANNELLA

GLI EFFETTI SALUTISTICI DELLE SPEZIE DI USO PIÙ COMUNE

Cannella

Anche la cannella comune (Cinnamomum verum, C. zeylanicum) e cassia (C. aromaticum) è da sempre una delle spezie più utilizzate, per una serie di impieghi. Già citata nella Bibbia, in Egitto era elencata tra gli ingredienti delle preparazioni utilizzate per imbalsamare le mummie, e nella tradizione veniva somministrata come astringente e germicida. E’ anche uno dei più antichi trattamenti utilizzati per la bronchite cronica. L’aroma e il gusto pungente dell’olio contenuto nella corteccia della cannella vengono sfruttati anche per la preparazione di prodotti per l’odontoiatria, di farmaci e di cosmetici, nonché per condimenti, dolci, bevande e per aromatizzare il tabacco. Ad esempio un componente dell’olio di cannella, la cinnamaldeide, è utilizzata nei dentifrici per mascherare il sapore del pirofosfato, composto da sapore sgradevole che inibisce la calcificazione della placca bloccando la conversione del calcio fosfato amorfo in idrossiapatite.
L’efficacia della cannella è stata esaminata nei confronti di diverse patologie, tra le quali ildiabete di tipo 2, l’infezione da Helicobacter pylori, la candidiasi associata all’HIV e la salmonellosi cronica. La maggior parte degli effetti studiati sono stati messi in relazione con le proprietà antiossidanti ed anti microbiche della cannella.
Le maggiori evidenze riguardano i benefici della supplementazione con cannella nel controllo del diabete: in due trials clinici su tre, infatti, la cannella cassia si è dimostrata efficace nel ridurre la glicemia a digiuno del 10-40%. Un trial clinico recente conferma gli effetti benefici della cannella su pazienti affetti da diabete di tipo 2: l’assunzione di 2g al giorno giornalieri di cannella per 12 settimane infatti, sembrerebbe ridurre in maniera significativa i livelli di emoglobina glicata (8.22%), e la pressione arteriosa.
Inoltre nei pazienti affetti da diabete di tipo 2 la cannella migliorerebbe anche il quadro lipidico, riducendo la trigliceridemia ed i livelli di colesterolo LDL (Tabella 1). La cannella cassia sembrerebbe più efficace in questo senso della cannella comune.
Un recente studio di intervento per il quale sono stati somministrati 6 g di cannella con un budino di riso ha permesso di evidenziare che la presenza della spezia riduce lo svuotamento gastrico, senza modificare il senso di sazietà, oltre a migliorare la risposta glicemica post-prandiale. Recentemente benefici sul controllo glicemico sono stati osservati anche con quantità inferiori di cannella, più vicine a quelle che potrebbero essere assunte con una dieta standard nella pratica quotidiana. L’aggiunta di 3 g di cannella allo stesso budino di riso si è infatti dimostrata efficace nella diminuzione dell’insulinemia post-prandiale e nell’aumento dei livelli di GLP-1 (glucagon-like peptide-1), un ormone gastrointestinale che stimolerebbe la secrezione glucosio-dipendente di insulina. Non sono stati descritti effetti sullo svuotamento gastrico e sul senso di sazietà con dosaggi inferiori ai 3 grammi di cannella. Studi a più lungo termine sono comunque necessari per dimostrare di effettivi benefici della cannella nel controllo del diabete, che tengano anche conto degli effetti sui livelli di emoglobina glicata (che come è noto riflettono la media della glicemia nei tre mesi precedenti).
Esperimenti in vitro hanno dimostrato sia per la cannella comune che per la cannella cassia un’attività antiossidante, soprattutto se consumata sotto forma di tè, che contribuirebbe all’effetto antidiabetico. L’estratto di cannella cassia inoltre, come emerge da studi in vitro, è un potenziale agente antitumorale: possiede infatti la capacità di inbire la proliferazione delle cellule tumorali e indurre la morte cellulare delle stesse, attraverso l’inibizione dei fattori di trascrizione Nf-kB e AP1.
Per quanto riguarda la sicurezza sia la cannella comune che la cassia sembrano generalmente ben tollerate e prive di effetti indesiderati, anche durante la gravidanza l’allattamento, alle dosi comunemente utilizzate per la preparazione dei cibi.

L'ANICE VERDE EFFICACE PER IL GONFIORE INTESTINALE

ANICE VERDE
(Pimpinella anisum)

FAMIGLIA: Apiaceae
anice verde

ANICE VERDE | FAQ
HABITAT: originario dell'Oriente. Oggi viene coltivato in Russia, negli Stati Uniti, nei paesi del bacino del Mediterraneo e in Europa centrale ed orientale.
PARTE USATA: i frutti chiamati tecnicamente diacheni.
PREPARAZIONI FARMACEUTICHE CONSIGLIATE: Olio essenziale microincapsulato titolato in essenza min. 8% (Farmacopea Francese X), la cui dose giornaliera va da 6 a 8 mg per kg di peso corporeo, da assumere circa 30 minuti prima dei due pasti principali.
COMPOSIZIONE CHIMICA: è una pianta ricca di olio essenziale, poichè ne contiene dal 2 al 3%, costituito soprattutto da E-anetolo (84-93%). Troviamo anche alcune cumarine.
PROPRIETÀ TERAPEUTICHEAzione antimeteorica: a questa pianta vengono tradizionalmente attribuite proprietà di riduzione del meteorismo intestinale e spasmolitiche, oltrechè inibenti i processi di fermentazione intestinale. Questa pianta viene correntemente utilizzata nel trattamento dei disturbi digestivi quali sensazione di gonfiore a livello addominale, insufficienza digestiva, eruttazioni, flatulenza e come coadiuvante nella terapia del colon irritabile.
Azione sulla muscolatura: nel ratto l'olio essenziale di anice verde provoca rilassamento sulla muscolatura liscia dell'intestino e in misura minore anche su quella della trachea, regolarizzandone nel contempo la motilità
L'Anice verde e il Finocchio usati assieme mostrano un netto sinergismo d'azione.
  • Indicazioni principali: sindrome del colon irritabile, coliche gassose del lattante, insufficienza digestiva.
  • Azione prevalente: antimeteorica e antispasmodica viscerale.
  • Altre azioni: anti-infettiva intestinale.
EFFETTI COLLATERALI: In alcuni pazienti può insorgere allergia, in genere con sintomi buccali quali infiammazioni alla lingua e alle gengive con prurito e bruciori.
CONTROINDICAZIONI: nessuna conosciuta.
INTERAZIONI CON FARMACI: non conosciute.
DATI TOSSICOLOGICI: la tossicità acuta dell'E-anetolo, il principio attivo principale dell’Anice verde, non è elevata ed è insignificante alle dosi indicate più sopra.
BIBLIOGRAFIA.
  1. Bruneton J. Pharmacognosie et phytochimie plantes medicinales. Ed. Lavoisier, Paris, 1993.
  2. Fintelmann V. Modern phytotherapy and its uses in gastrointestinal conditions. Planta Med. 57, S 48-S 52, 1991.
  3. Westpahl J. et al. Phytotherapy in functional upper abdominal complaints: results of a clinical study with a preparation of several plants. Phytomedicine 2, 285-291, 1996.
  4. Deans S.G et al. The antibacterial properties of plant essential oils. Int. J. Food Microbiol. 5, 265-280, 1987.
  5. Schilcher H. Fitoterapia in pediatria. Ed. OEMF, 1996.
  6. Reiter M. et al. Relaxant effects on tracheal and ileal smooth muscles of the guinea pig. Arzneimittelforschung 35:1A, 408-414, 1985.

LO ZENZERO AIUTA LA FUNZIONALITA' DIGESTIVA

AglioLo zenzero aiuta la funzionalità digestiva

Antonello Sannia presidente della SIMN (Società Italiana Medicina Naturale)

Uno studio clinico ha valutato l'effetto di un estratto di zenzero sulla funzionalità motoria dello stomaco, sullo svuotamento gastrico, sulla motilità della parte antrale dello stomaco, sul volume dello stomaco e sui sintomi legati a un pasto molto abbondante come pesantezza di stomaco, senso di gonfioresonnolenzaed eruttazioni.
Sono stati arruolati 28 volontari sani, che dovevano ingerire al mattino a digiuno 1200 mg di estratto di zenzero o un placebo, seguito dopo 1 ora da 500 ml di una zuppa a basso potere nutritivo.
Si è visto che nel gruppo che prendeva l'estratto di zenzero l'area antrale dello stomaco si riduceva più rapidamente e che il tempo di svuotamento dello stomaco era più breve, mentre la frequenza delle contrazioni antrali era maggiore sempre rispetto ai soggetti che prendevano il placebo. Anche i sintomi legati a unpasto molto abbondante venivano migliorati dall'estratto di zenzero.
Lo studio indica che l' estratto di zenzero accelera lo svuotamento dello stomaco e stimola le contrazioni della parte antrale dello stomaco nel volontario sano.
Fonte: Wu K.L. et al. Studio nell'uomo per valutare gli effetti dello zenzero sulla motilità dello stomaco e sul suo riempimento. Eur J Gastroenterol Hepatol. 20(5):436-40, 2008.

GUARANA': UN DONO DELLA NATURA

GUARANÀ
(Paullinia cupana)

FAMIGLIA: Sterculiaceae
guarana

HABITAT: zone equatoriali dell'Africa dell'est, dalla Sierra Leone alla Nigeria e fino al Gabon.
PARTE USATA: i frutti.
PREPARAZIONI FARMACEUTICHE CONSIGLIATE: estratto secco nebulizzato e titolato in caffeina min. 3% (Farmacopea Francese X). Il suo dosaggio giornaliero va da 4 a 5 mg. per kg di peso corporeo, suddiviso in due somministrazioni, alle ore 8 e alle ore 16. Si consiglia di non somministrarlo per più di 30-45 giorni consecutivi.
COMPOSIZIONE CHIMICA: è una pianta ricca di basi puriniche, in particolare di caffeina, che rappresenta non meno del 2,5% della pianta secca.
PROPRIETÀ TERAPEUTICHE: la caffeina agisce prevalentemente sul sistema nervoso centrale e sull'apparato cardiovascolare.
Azione sul sistema nervoso centrale: a livello cerebrale provoca stimolazione delle cellule della corteccia cerebrale, col risultato di aumentare l'attenzione, la memoria e le performance mentali in genere e di diminuire la sensazione di fatica.
La somministrazione di questa pianta ad un gruppo di 20 volontari sani per bocca a dosi progressivamente crescenti (32, 64, 128 e 256 mg al giorno in un'unica dose) ha dimostrato di aumentare il livello di vigilanza e il tempo di reazione visivo già alla dose più bassa, senza causare l'insorgenza di effetti collaterali fino alla dose di 128 mg. Alla dose più elevata causava nervosismo, insonnia e tremori in circa il 5% dei soggetti.
Azione sul cuore: a livello cardiovascolare stimola la forza contrattile del cuore, aumenta il consumo di ossigeno da parte di quest'organo e ha una moderata azione vasodilatatrice periferica e diuretica. Aumenta anche il battito cardiaco e può quindi provocare tachicardia.
Azione dimagrante: la caffeina aiuta l’organismo a bruciare i grassi depositati soprattutto nel tessuto adiposo sottocutaneo, e può quindi essere utile in corso di cure dimagranti.
L’azione dimagrante di questo estratto è dovuta principalmente ad aumento dei livelli di AMP ciclico, il principale donatore di energia alla cellula, conseguente all’inibizione della fosfodiesterasi, che è l’enzima che deve eliminarlo. Questo provoca una maggiore attività dell'enzima trigliceride lipasi, che è stimolato dall’AMP ciclico e che scioglie i depositi di grasso (effetto lipolitico). Ciò porta ad un aumento della lipolisi, con effetti positivi sulla riduzione dei depositi di grasso a livello sottocutaneo.
Pertanto questa pianta viene utilizzata nel trattamento della stanchezza mentale, come coadiuvante nei regimi dimagranti e per favorire l'eliminazione renale dell'acqua.
  • Indicazioni principali: deficit di memoria, deperimento psichico, astenia in genere, obesità e sovrappeso.
  • Azione principale: psicostimolante, antiastenica.
  • Altre azioni: dimagrante.
EFFETTI COLLATERALI: può provocare eccitazione, tremori, insonnia, irritabilità, tachicardia e, in alcuni casi, nausea ed episodi di vomito. Tali effetti collaterali insorgono in genere quando la pianta viene somministrata a dosaggi elevati e per periodi di tempo relativamente prolungati.
CONTROINDICAZIONI: E' controindicata in pazienti affetti da insonnia, gravi sindromi ansiose e aritmie cardiache di tipo tachicardico.
INTERAZIONI CON FARMACI: Le basi puriniche di cui la pianta è ricca aumentano l’eliminazione dal sangue della fenitoina, riducendone quindi l’effetto terapeutico.
I farmaci e le bevande psicostimolanti ne potenziano l'azione.
DATI TOSSICOLOGICI: E' stato dimostrato che la caffeina viene eliminata con le urine, dove viene ritrovato circa l'1% della dose assunta per via orale, con un massimo dopo circa 3 ore dall'assunzione. Quindi la presenza nelle urine di quantità di caffeina pari o superiori a 15 microgrammi per ml di urina indica che sono state assunte forti quantità di questa sostanza, il che porta alla squalifica nel caso di atleti agonisti.
BIBLIOGRAFIA.
  1. Liebermann H.R. et al. The effects of low doses of caffeine on human performances and mood. Psychopharmacology (Berl.) 92, 308-312, 1987.
  2. Van der Merwe P.J. et al. Caffeine in sport. Urinary excretion of caffeine in healthy volunteers after intake of common caffeine-containing beverages. S. Afr. Med. J. 74, 163-164, 1988.
  3. Hinds T.S. et al. The effect of caffeine on pregnancy outcome variables. Nutr. Rev. 54, 203-207, 1996.
  4. Galduroz J.C. et al. The effects of long-term administration of guaranà on the cognition of normal, elderly volunteers. Rev. Paul. Med. 114, 1073-1078, 1996.
  5. Gilbert D.G. et al. Effects of nicotine and caffeine, separately and in combination, on EEG topography, mood, heart rate, cortisol, and vigilance. Psychophysiology 37, 583-595, 2001.
  6. Kerr D. et al. Effect of caffeine on the recognition of and responses to hypoglycemia in humans. Ann. Intern. Med. 119, 799-804, 1993.
  7. Bukowiecki L.J. et al. Effects of sucrose, caffeine and cola beverages on obesity, cold resistance and adipose tissue cellularity. Am. J. Physiol. 244, R 500-507, 1983.
  8. Pizziol A. et al. Effects of caffeine on glucose tolerance: a placebo-controlled study. Eur. J. Clin. Nutr. 52, 846-849, 1998.
  9. Smit H.J. et al. Effects of low doses of caffeine on cognitive performance, mood and thirst in low and higher caffeine consumers. Psychopharmacology (Berl) 152, 167-173, 2000.
  10. Appel C.C. Caffeine-induced hypokalemic paralysis in pregnancy. Obstet. Gynecol. 97, 805-807, 2001.
  11. Cannon M.E. et al. Caffeine-induced cardiac arrhythmia: an unrecognised danger of healthfood products. Med. J. Aust. 174, 520-521, 2001.

TARASSACO RADICE: UNA PANACEA

ARASSACO
(Taraxacum officinale)

FAMIGLIA: Asteraceae
tarassaco

HABITAT: tutta l’Europa.
PARTE USATA: la radice fittonante.
PREPARAZIONE FARMACEUTICA CONSIGLIATA: l’estratto secco titolato in inulina min. 25% (Farmacopea Francese X), La sua dose giornaliera è di 12-13 mg. per kg di peso corporeo, suddivisa in due somministrazioni poco prima dei due pasti principali.
COMPOSIZIONE CHIMICA: è ricco di inulina e di altri fruttani, ma contiene anche flavonoidi e piccole quantità di cumarine. Contiene anche un po’ di olio essenziale, che conferisce alla pianta il suo odore caratteristico, e una mucillagine altamente idrofila. Vi sono anche acidi caffeico, clorogenico e cumarico, e una certa quantità di tannini.
PROPRIETÀ TERAPEUTICHE: Coadiuvante nel favorire la produzione di bile; azione favorente il transito intestinale; azione favorente l’eliminazione dei liquidi in eccesso.
Favorisce l’aumento della produzione di bile da parte del fegato, con inizio dell’effetto dopo circa un’ora e con una durata d'azione di circa 4 ore. Inoltre aiuta a proteggere le cellule del fegato.
L’aumento nella produzione di bile è la causa dell’azione favorente il transito intestinale; infatti la bile fa aumentare i movimenti intestinali. La ricchezza di inulina del tarassaco aiuta a mantenere attiva la flora batterica e quindi il benessere di tutto l’organismo. L’inulina infatti viene considerata un prebiotico, cioè una sostanza capace di favorire il benessere della flora batterica positiva (Lactobacillus e Bifidus) a scapito di quella non positiva (Enterobacteriaceae in genere).
Infine, anche l’azione di stimolo all’eliminazione dei liquidi in eccesso è di una certa importanza.
  • Indicazioni principali: insufficienza biliare, disturbi digestivi.
  • Azione principale: aumento della produzione di bile da parte del fegato.
  • Altre azioni: diuretica e depurativa.
EFFETTI COLLATERALI: nessuno rilevante.
CONTROINDICAZIONI: Non deve essere utilizzato dai pazienti che presentano calcoli di piccole dimensioni alle vie biliari, perché può essere causa di coliche. Non ci sono dati sul suo uso in gravidanza e durante l’allattamento.
INTERAZIONI FARMACOLOGICHE: Non sono note.
DATI TOSSICOLOGICI: la dose letale per bocca nel ratto è superiore a 3 g per kg di peso.

BIBLIOGRAFIA.
  1. Bruneton J. Pharmacologie phytochimie plantes medicinales. Ed. Lavoisier, Paris, 1993.
  2. Sannia A. Fitoterapia moderna Vol. 1 e 2, Tecniche Nuove Ed., Milano, 1998.


http://www.fitoterapia.in/piante_officinali/tarassaco.html

ESCOLZIA: UN SONNIFERO SORPRENDENTE

ESCOLZIA
(Eschscholtzia californica)

FAMIGLIA: Papaveraceae
escolzia

HABITAT: originaria della California e del Messico, soprattutto nelle dune costiere e nelle valli aride in prossimità del mare. E' attualmente coltivata in molti altri paesi a clima temperato-caldo.
PARTE USATA: le parti aeree della pianta.
PREPARAZIONI FARMACEUTICHE CONSIGLIATE: estratto secco nebulizzato e titolato in protopina min. 0,35% (Farmacopea Italiana X), la cui dose giornaliera va da 5 a 6 mg. per kg di peso corporeo, da prendere in un'unica somministrazione circa 45 minuti prima di coricarsi.
PROPRIETÀ TERAPEUTICHE: la principale azione di questa pianta è a livello del sistema nervoso centrale, dove svolge attività favorente il sonno, senza causare stordimento al momento del risveglio, poichè tale effetto non supera le 6-7 ore.
L'Escolzia è più attiva nelle femmine rispetto ai maschi, e può avere azione antidolorifica generale legata in buona parte a sedazione di origine centrale.
Uno studio clinico effettuato su 20 pazienti con insonnia mai trattata con farmaci ha dato i seguenti risultati: 12 pazienti ritornavano ad un sonno normale, della durata di 6-8 ore senza risvegli notturni, 6 soggetti riducevano il tempo di addormentamento a 15 minuti, con alcuni risvegli notturni seguiti però da rapida ripresa del sonno, 2 pazienti abbandonavano lo studio per l'assenza di risultati. Nello stesso studio venivano valutati anche 40 pazienti con insonnia ma in terapia con sonniferi. I risultati sono stati i seguenti: 14 pazienti hanno progressivamente potuto abbandonare il farmaco e servirsi solo dell'Escolzia, 20 soggetti hanno diminuito il dosaggio del farmaco ma non sono riusciti ad eliminarlo, 6 pazienti non hanno avuto risultati significativi.
  • Indicazioni principali: insonnia lieve o moderata.

  • Azione prevalente: favorente il sonno.

EFFETTI COLLATERALI: In caso di trattamenti prolungati a dosaggi piuttosto elevati possono manifestarsi fenomeni di assuefazione.
CONTROINDICAZIONI: Va usata con prudenza nel bambino al di sotto dei 6 anni di età. E' sconsigliabile nel primo quadrimestre di gravidanza e durante l'allattamento.
INTERAZIONI CON FARMACI: non note.
DATI TOSSICOLOGICI: la dose letale per via orale nel ratto è superiore a 2 g per kg. di peso.
BIBLIOGRAFIA.
  1. Bruneton J. Pharmacognosie et phytochimie plantes medicinales. Ed. Lavoisier, Paris, 1993.
  2. Baldacci R. Contribution a l'utilisation en medecine de ville d'Eschscholtzia californica. Phytotherapy 22, 31-33, 1990.
  3. Reimeier C. et al. Effects of ethanolic extracts fron Eschscholtzia californica and Corydalis cava on dimerization and oxidation of enkephalins. Arzneimittel Forsch. 45, 132-136, 1995.
  4. Schafer H.L. et al. Sedative action of extract combinations of Eschscholtzia californica and Corydalis cava. Arzneimittel Forsch. 45, 124-126, 1995.
  5. Banz. Nr.178 del 21-9-1991: Eschscholtzia californica (Kalifornischer goldmohn) (Monografia Commissione E).
 http://www.fitoterapia.in/piante_officinali/escolzia.html