giovedì 4 dicembre 2014

Uno studio australiano ha individuato le sostanze alimentari che provocano la colite (da Forum salute)

Uno studio australiano ha individuato le sostanze alimentari che provocano la colite

La sindrome del colon irritabile, o colite, è un disturbo molto fastidioso e molto diffuso, favorito senza dubbio dall'alimentazione. Tra i sintomi tipici di questa malattia infiammatoria, non grave ma indisponente e spesso anche imbarazzante, ci sono il gonfiore addominaleassociato a meteorismo, stitichezza alternata a diarrea, alitosi, difficoltà digestive, sovente mal di testa. Non esiste una terapia specifica per alleviare la colite, ma solo consigli e generiche indicazioni dietetiche che, però, spesso si rivelano quantomai non risolutive, anche perché ciò che apparentemente risulta indigesto per una persona, potrebbe non esserlo per un'altra, anche se alla fine l'intestino non lavora a dovere in entrambi i casi. 

A fare un po' di chiarezza è però arrivato un nuovo studio condotto dai ricercatori della Monash University di Melbourne (Australia), e pubblicato sulla rivista Gastroenterology, che sembrerebbe aver definitivamente individuato i cibi, o meglio, le sostanze in essi contenute, che in persone predisposte possono causare l'irritazione al colon. Si tratta di carboidrati a catena corta - sostanze diverse ma raggruppate nella sigla FODMAP - tra cui lattosio, fruttani, polialcoli, galattani e fruttosio. In quali alimenti comunemente presenti sulle nostre tavole sono concentrate queste sostanze così irritanti per il nostro intestino? Ecco un piccolo elenco:
  • Lattosiolatte e latticini e alimenti in cui sia stato addizionato questo zucchero del latte
  • Fruttosio: miele, alimenti confezionati in cui sia stato aggiunto questo zucchero, succhi di frutta e frutta fresca tra cui pere, anguria, meloni, pesche albicocche e ciliegie
  • Galattani: legumi
  • Fruttani: prodotti preparati con farina bianca, riso brillato, aglio, topinambur, cipolle, scalogno, banane, carciofi
  • Polialcoli: sono presenti nei dolcificanti sintetici e nei funghi
Secondo quanto scoperto dagli studiosi australiani, queste sostanze vengono assorbite pochissimo nella prima parte dell'intestino, così quando arrivano al colon quasi indigeriti, vengono attaccati dai batteri della nostra flora intestinale e fermentano, producendo dei gas, soprattutto idrogeno. Nelle persone sensibili e in condizioni di stress, questo processo diventa molto laborioso e sgradevole, perché le bolle di gasgonfiano la pancia (meteorismo e flatulenza) e producono dolore. 

Secondo gli esperti, riducendo nella dieta l'apporto di alimenti contenenti FODMAP, e soprattutto evitando di associarli, si aiuta l'intestino a lavorare meglio e quindi si alleviano anche i sintomi della colite. Questo tipo di dieta, però, va cablata sula persona con l'aiuto di un bravo nutrizionista esperto in disturbi digestivi, in modo che non si verifichino pericolose carenze nutrizionali, come sottolinea il prof Silvio Danese, responsabile del Centro di ricerca e cura delle malattie infiammatorie croniche intestinali dell’Istituto Humanitas di Rozzano, a commento dello studio:

Citazione:
Al momento lo studio pubblicato su Gastroenterology è dunque una tappa importante, ma è necessario valutare l’effetto a lungo termine delle restrizioni suggerite sui sintomi del colon irritabile; inoltre va ribadito che prima di intraprendere una dieta di questo tipo è sempre necessaria una valutazione da parte di un gastroenterologo e un nutrizionista, per non rischiare di creare, nel tempo, dei deficit nutrizionali
Quello che possiamo cominciare a fare, però, è provare a controllare quali e quanti cibi contenenti FODMAP consumiamo ogni giorno, in questo modo avremo delle indicazioni concrete e puntuali da fornire al medico che da queste, ovvero dal tipo di dieta che seguiamo di solito, potrà partire per modulare il regime più adatto alle nostre esigenze e a quelle del nostro intestino.

http://www.forumsalute.it/community/forum_17_dieta_alimentazione_sport_e_forma_fisica/thrd_212865_colon_irritabile_scoperte_le_sostanze_alimentari_che_causano_il_disturbo_1.html?utm_source=social&utm_medium=googleplus&utm_campaign=forum

giovedì 6 novembre 2014

UNA TISANA PERFETTA

WELLNESS HERBAL TEAS TE' E TISANE BENESSERE 
TE' INFUSI E TISANE PER PASSIONE 
BEAUTY DRINK AND NUTRACEUTICALS
Una giusta combinazione di erbe curative, profumi e creatività.Un caldo infuso, una coccola quotidiana, ma anche un rimedio contro molti dei disturbi più diffusi che può trasformarsi in un elisir di lunga vita: la tisana è un alleato efficace e naturale per il benessere di corpo e mente grazie alle tante proprietà benefiche contenute nelle foglie delle erbe utilizzate per la sua preparazione.
Importante, per sfruttarne al massimo i benefici, è assumerle regolarmente, come rito quotidiano, almeno da una a tre volta giorno.Vediamo allora come procedere senza commettere errori.
INFUSO
L’infuso è la preparazione erboristica ideale per le parti tenere e delicate della pianta (fiori e foglie). Si ottiene facendo bollire o portando alla temperatura ideale (per molte tisane o erbe la temperatura ideale dell’acqua per infusione è 85-90°!) la quantità d’acqua necessaria, quindi si spegne il fuoco, si aggiunge l’acqua alla miscela in un recipiente di porcellana o vetro resistente alle alte temperature, si mescola con delicatezza, si copre e si lascia in infusione dai 2 ai 20 minuti a seconda delle piante impiegate comprendo opportunamente per non perdere le sostanze volatili.  A questo punto si filtra l’infuso e si beve a temperatura ideale. Dolcificare eventualmente con poco miele, zucchero grezzo o Stevia rebuadiana.
DECOTTO
Il decotto è il metodo estrattivo per le parti più coriacee delle piante (radici, bacche, cortecce, semi ecc.). Si intuirà quindi come i tempi debbano inevitabilmente essere più prolungati che nel caso dell’infuso. Ma cambia anche il procedimento: è necessario mettere la miscela di nostro interesse in acqua fredda e solo in seguito accendere il fuoco. A ebollizione avvenuta, si abbassa la fiamma e si continua a far bollire per 10-15 minuti. Si spegne, si copre e si lascia in infusione per altri 5-15 minuti coprendo opportunamente le sostanze volatili. Quindi si filtra e il decotto è pronto. Dolcificare eventualmente con miele, zucchero grezzo o Stevia rebuadiana.
MACERATO
​Il macerato o macerato a freddo è una preparazione erboristica semplicissima, che si usa per quelle piante contenenti principi attivi particolarmente delicati, che potrebbero essere danneggiati dal calore. L’erba viene posta in acqua fredda, quindi si copre il recipiente e si lascia riposare per diverse ore (6-8), poi si filtra e si consuma.Che si tratti di infuso, decotto o macerato, è sempre opportuno schiacciare con un cucchiaio le erbe al termine dell’operazione di filtrazione per ottenere il massimo dalla pianta.Le tisane hanno un tempo breve di conservazione: berle subito è quindi sempre un’ottima idea. Qualora debbano essere assunte più volte durante la giornata e non sia possibile prepararle al momento, conservatele in un thermos o in frigo ma al massimo per 24 ore. I tempi di infusione sono variabili e dipendono dalle piante utilizzate nella miscela e dagli effetti che si vogliono ottenere. Ad esempio nelle piante contenenti caffeina e polifenoli (yerba mate, the verde, etc.), un tempo di infusione breve (1-2 minuti) estrae tutta la caffeina e parte dei polifenoli e si ottiene una bevanda dal gusto più gradevole, prolungando il tempo di infusione a 10 minuti si ottiene una bevanda meno gradevole ma più ricca in polifenoli, potenti antiossidanti. LE INDICAZIONI PER USARE LE NOSTRE TISANE SONO RIPORTATE SULLA CONFEZIONE E POSSONO ESSERE UTILIZZATE ANCHE FREDDE! PER SFRUTTARE AL MEGLIO LE PROPRIETA' DELLE NOSTRE TISANE CHIEDI CONSIGLIO AL TUO FARMACISTA O ERBORISTA DI FIDUCIA. 
PILLOLE DI BENESSERE: 10 REGOLE D'ORO DA SEGUIRE PER LA VOSTRA SALUTE

​PER CAPIRE PERCHE' E' IMPORTANTE IL TEMPO DI INFUSIONE Il the verde è il tè più bevuto in Cina e in Giappone. E’ un potente antiossidante, ricco di vitamine e polifenoli. Questo tè non subisce fermentazione per cui le foglie mantengono l’originario colore verde e iI benefici composti fenolici (soprattutto catechine) non subiscono in tal modo alcuna trasformazione mantenendo inalterate le proprietà terapeutiche. Il più conosciuto e classico dei tè verdi cinesi è il Gunpowder dal leggero sentore di tabacco, forte e pungente dal leggero sapore amarognolo. Dal Giappone arriva il Sencha, un te’ verde pregiato da un sapore fresco, un gusto intenso e dolciastro. Da ricordare infine un tè verde aromatizzato cinese quale lo Special Jasmine un te’ verde ottenuto dalla miscelazione delle foglioline con i fiori di gelsomino asiatico che ha un gusto fresco e prolungato.Preparazione dell’infuso di tè verde.Il metodo migliore per ottenere la quantità maggiore di catechine in una tazza di tè verde è quello dell’infusione. Per mantenere inalterati i principi attivi del tè bisogna saperlo preparare correttamente: metterne un paio di grammi sul fondo della tazza (un cucchiaino va bene) e riempirla con  acqua calda e lasciare in infusione dai 2 ai 5 minuti o piu’..L’acqua utilizzata non deve essere bollente ma raggiungere una temperatura di circa 75 – 80 C° per evitare di distruggere parte dei principi attivi in esso contenuti, e quindi i suoi benefici. La temperatura ideale si raggiunge quando le bollicine che si formano dal fondo cominciano a salire in superficie.Il tè andrebbe bevuto al naturale, ma si può renderlo dolce aggiungendo del miele o zucchero di canna. Invece del limone, che altera il sapore del tè, andrebbero aggiunte scorzette di limone o di arancia, ma non aggiungere assolutamente latte, perchè proprio la caseina del latte rischia di neutralizzare i polifenoli, ovvero le componenti più benefiche.La caffeina è la prima sostanza a essere estratta dalle foglie, mentre i polifenoli – cioè le parti più utili ai fini terapeutici e salutari – necessitano di una maggiore quantità di tempo. Questo significa che un tè infuso per 2 o 3 minuti è ricco di caffeina e povero di polifenoli, si ottiene cioè una bevanda eccitante. Consentendo un’infusione di oltre 5 minuti – o meglio ancora lasciando le foglie nella teiera – l’effetto della caffeina nell’organismo sarà minore e si apprezzeranno così gli innumerevoli benefici di questa millenaria.Dosi consigliate: solo 254 mg di catechine al giorno bastano per ottenerne gli effetti benefici. Dobbiamo considerare che una tazza di tè verde apporta da 100 a 150 mg di catechine, quindi con 2 o 3 tazze al giorno di tè verde si garantisce il corretto apporto di questa sostanza.

YERBA MATE LA BEVANDA DI PAPA FRANCESCO E NON SOLO

PERSONE FAMOSE CHE BEVONO YERBA MATE:
LIONEL MESSI E LA NAZIONALE ARGENTINA, VIGGO MORTERSEN, GISELE BUNCHEN, CECILIA RODRIGUEZ, MARADONA,
PAPA FRANCESCO
CHE HANNO BEVUTO MATE:
ALBERT EINSTEIN, CHE GUEVARA
Yerba Mate è energizzante  e dimagrante 100% naturale
La Storia del Mate
La tradizione della preparazione del mate è stata appresa dai colonizzatori spagnoli dagli indios guaraní. Nel periodo degli insediamenti Gesuiti nella Provincia Real del Guayra (oggi stato del Paraná, Brasile) nel XVI secolo, i soldati spagnoli, che avevano l'abitudine del tè, hanno preso questa erba usata dagli indigeni. Gli indigeni la usavano con acqua fredda, bevendo e separando le foglie con le labbra superiori. Attualmente il mate si conferma un infuso molto popolare in Argentina, Cile, Brasile e sopratutto Uruguay, dove è bevuto quotidianamente da gran parte della popolazione. In paesi come l'Argentina, incluso nella sua capitale Buenos Aires, bere il mate è un rito quotidiano in quasi tutte le famiglie e, in alcuni casi, anche negli uffici dove è molto comune vedere professionisti lavorare davanti ai loro computer con una tazza di mate. Bere il mate per gli argentini è un "rituale" così diffuso come per gli italiani bere una buona tazza di caffè o per gli inglesi il tè.

Cosa è il Mate e come si prepara?
La nostra Yerba Mate o Erva Mate è Ilex paraguaiensis L. in foglie e steli al 100%, non tostate e di origine argentina . E’ una pianta tipica del Sudamerica, non coltivabile altrove. Può essere anche “aromatizzato”  con foglie di menta o scorze di limone, nel tipico stile sudamericano. Questa erba sacra agli indios e’ anche chiamata ‘’ouro verde’’ o oro verde per le sue proprieta’ salutari eccezionali. Si prepara per infusione come il te’ (MATE COCIDO) oppure puo’ essere bevuto in acqua fredda (TERERE'), dopo averlo lasciato in infusione per circa 30-40 minuti o dopo averlo agitato e pressato in acqua. In alternativa, è possibile assumere la bevanda seguendo uno speciale rituale, proprio così come esso veniva praticato dagli Indios della tribù dei Guaranì, In tal caso sarà necessario avere a propria disposizione uno speciale recipiente, detto matero, ed una apposita cannuccia, la bombilla. Tramite questi strumenti, dopo aver coperto le foglie di Erba Mate con dell’acqua bollente ed aver atteso alcuni minuti, vi sarà possibile sorbire l’infuso senza doverlo filtrare e senza dunque eliminare le foglie. Gli effetti benefici si hanno solo dall’infusione della Yerba mate in taglio tisana.

Perche’ viene usato per aiutare a perdere Peso?
Il Mate insieme al Te’ ed al Caffe’ e’ una delle principali fonti di Caffeina, al contrario delle altre bevande è ricco in vitamina C, di proteine (circa 12%) e di polifenoli, che sono la base del sistema immunitario; inoltre contiene minerali come calcio, fosforo e ferro in buone quantita’. E’ lievemente eccitante e stimola il metabolismo; ha anche un effetto diuretico, tonificante e riequilibrante, nella medicina popolare in sudamerica viene utilizzato principalmente nella cura dei problemi digestivi, dei reumatismi e dell’obesita’ e viene consigliato agli sportivi come energizzante naturale e come coadiuvante nelle diete a tutte le persone in sovrappeso.

Perche' Yerba Mate 100% BotanìQ ?
Noi di Botanìq utilizziamo solo Yerba mate della migliore qualita' certificata e controllata, propone foglie essiccate e steli di primissima qualita', importate direttamente senza nessun passaggio intermedio. Tutta l'energia del mate al 100%!

Dove la posso trovare?
E’ possibile avere yerba mate BotanìQ nei nostri punti vendita accreditati oppure acquistarla on line http://www.drinkyerbamate.com/acquista-on-line.html

lunedì 3 novembre 2014

PERCHE' LE PERSONE GRIDANO (GANDHI)

Un giorno, un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli:
“Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?”
“Gridano perché perdono la calma” disse uno di loro.
“Ma perché gridare se la persona sta al suo lato?” disse nuovamente il pensatore.
“Bene, gridiamo perché desideriamo che l’altra persona ci ascolti” replicò un altro discepolo.
E il maestro tornò a domandare: “allora non è possibile parlargli a voce bassa?”
Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il pensatore.
Allora egli esclamò:
“Voi sapete perché si grida contro un’altra persona quando si è arrabbiati?
Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto. Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare. Quanto più arrabbiati sono tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l’uno con l’altro.
D’altra parte, che succede quando due persone sono innamorate? Loro non gridano, parlano soavemente. E perché? Perché i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola. A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano solamente sussurrano.
E quando l’amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi. I loro cuori si intendono. E’ questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano.”
Infine il pensatore concluse dicendo:
“Quando voi discuterete non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li possano distanziare di più, perché arriverà un giorno in cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare.” (Gandhi)

YERBA MATE E THE VERDE A CONFRONTO

 La yerba mate è una pianta dalle proprietà benefiche, ad esso infatti vengono attribuite importanti proprietà antiossidanti, termogeniche e diuretiche, e sembra quindi molto efficace per dimagrire poiché favorisce l'aumentare del metabolismo corporeo e di conseguenza aiuta a eliminare grassi e calorie in eccesso.
L’ infuso è assai diffuso ed appositi studi scientifici hanno dimostrato che è in grado inoltre di favorire la digestione, diminuendo in modo significativo la quantità di tempo nella quale il cibo rimane conservato nello stomaco e nell'intestino, contribuendo così ad una sensazione di pienezza migliore e ad un apporto di energia alle cellule molto più efficace e veloce.
Rafforza inoltre il sistema immunitario, è antiossidante, riduce la sensazione di appetito, favorisce la digestione, aumenta l’energia del corpo e la prontezza mentale, migliora la memoria e pare bruci le calorie extra.
Ha potenziali effetti collaterali (se l'uso è una o due tazze al giorno sono improbabili): palpitazioni, insonnia, difficoltà respiratorie, diarrea, problemi gastrointestinali e minzione frequente (da qui l'uso come drenante) . Uno degli usi più popolari della yerba mate equivale al rimpiazzo del caffè, in quanto è universalmente riconosciuta come una forma sana e ricca di caffeina. Una tazza di infuso ne contiene in media circa 15 mg e dunque rispetto a una tazza di caffè ne contiene un terzo. Inoltre contiene la stessa quantità di acido clorogenico che sembra essere molto efficace come antiossidante e utile nella sindrome metabolica.  In Francia e Germania ne è ufficialmente riconosciuto l'utilizzo nelle astenie e come coadiuvante nelle diete dimagranti. 
Gli effetti della caffeina del mate che contiene durano di solito più a lungo rispetto a quelli del caffè e sono largamente più tollerati nel suo complesso . La yerba mate viene tradizionalmente usata anche come supplemento per incrementare la stimolazione mentale, per rafforzare il sistema immunitario e come drenante.
Infine contiene teofillina, teobromina, aminoacidi essenziali, vitamina C e i polifenoli di cui ampiamente se ne parla.  Tutte queste caratteristiche e proprietà ne fanno una pianta estremamente interessante.
Il the verde invece, le cui proprietà, sono universalmente riconosciute vanta molte delle stesse proprietà. Le proprietà drenanti del thè verde  funzionano poiché contiene le seguenti sostanze: caffeina, teofillina e la teobromina. Il tè verde pare accelerare il metabolismo, eliminare i liquidi in eccesso e aiutare il corpo a bruciare più grassi.
Il tè verde sembra accelerare il consumo di energia, riducendo così il grasso che si deposita nel corpo ed aumenta il tasso metabolico del 4%. Il metabolismo velocizza la sua attività grazie agli effetti del tè verde, questo grazie all'alto contenuto di polifenoli , catechine, che sembra aumentino l‘ossidazione dei grassi e la termogenesi.
Il thè verde inoltre facilita la circolazione del glucosio nelle cellule e rallenta l’aumento di zucchero nel sangue. Un livello controllato di glicemia impedisce lo stabilizzarsi di livelli errati d’insulina che incrementa il consumo dei grassi.
In ultimo ma non da meno, essendo ricco in polifenoli, ne fanno una pianta molto utile in tutti i casi in cui ci sia bisogno di un effetto antiossidante.
Ha potenziali effetti collaterali se consumato in grandi dosi: palpitazioni, insonnia, difficoltà respiratorie, alterazione dei parametri di funzionalità epatica, problemi gastrointestinali e minzione frequente.

venerdì 31 ottobre 2014

Disintossicare il Fegato con l'alimentazione e gli integratori

Disintossicare il Fegato con l'alimentazione e gli integratori



Il fegato è un organo che assolve la maggior parte delle funzioni metaboliche dell'organismo. L'abuso di farmaci ed una dieta non idonea possono intossicarlo e causare sintomi e scompensi indesiderati; nel lungo termine, l'intossicazione epatica può dar luogo alla patogenesi di malattie anche gravi, come l'insufficienza epatica e l'epatocarcinomaDisintossicare il FegatoDisintossicare questa grossa ghiandola con l'alimentazione e gli integratori può essere un buon metodo per riguadagnare salute, dimensioni e funzionalità epatiche.
Gli aspetti nutrizionali che incidono negativamente sulla salute del fegato sono legati alla qualità, alla quantità ed alla composizione degli alimenti; l'eccesso di grassi saturicarboidrati (soprattutto semplici e raffinati), alcol etilico o l'eccesso calorico complessivo determinano l'ingrossamento del fegato per steatosi grassa. Per disintossicare il fegato con l'alimentazione è necessario innanzi tutto garantire:
  • Adeguatezza dell'apporto energetico
  • Riduzione dell'alcol e delle porzioni di consumo di bevande alcoliche
  • Percentuale di lipidi che dovrebbe aggirarsi sul 30% delle calorie totali
  • Buona qualità dei lipidi e basso apporto di colesterolo
  • Percentuale complessiva dei carboidrati ed in particolare di glucidi semplici che non deve superare il 55-60% delle calorie totali
  • Apporto di carboidrati semplici raffinati uguale o inferiore al 12%
  • Ridotto carico ed indice glicemico dei pasti
Non contribuiscono a disintossicare il fegato: additivi alimentarieccesso di proteine ed abuso di fruttosio aggiunto. Queste componenti non incidono significativamente sulla patogenesi della steatosi grassa, ma sono comunque responsabili di altri meccanismi di sovraccarico epatico.
In caso di sofferenza intensa dell'organo è consigliabile intraprendere una dieta ipocalorica, caratterizzata dal consumo di pasti frequenti e ridotti, priva di alcol etilico, con prevalenza di grassi mono e polinsaturi (25-30% delle calorie totali), a modesto carico e ridotto indice glicemico, che abolisca del tutto gli alimenti contenenti zuccheri raffinati e cibi spazzatura.
Nei casi più importanti, sono state sperimentate terapie ipoallergeniche a base di proteine di riso per una durata complessiva di 10 settimane; i risultati sull'organo bersaglio sono buoni ma, ovviamente, una condotta alimentare simile non può essere protratta oltre a causa della mancanza di numerosi principi nutritivi. Degna di nota anche la terapia proposta dal dott. Jeffry Bland basata su un'alimentazione povera di tossine, ricca di n-acetil-cisteina (NAC – anti-radicale libero) e favorente la sintesi endogena diglutatione (antiossidante endogeno derivante dalla Niacina).
In caso di necessità, disintossicare il fegato modificando radicalmente l'alimentazione è fondamentale; purtroppo, quando la causa della compromissione epatica deriva dall'abuso farmacologico si può verificare un'alterazione della funzionalità enzimatica e compromissione dell'integrità cellulare specifica. Gli enzimi coinvolti sono:
  • Enzimi di Bioattivazione che catalizzano le reazioni di ossidoriduzione, riduzione ed idrolisi
  • Enzimi di Detossificazione che catalizzano le reazioni di coniugazione
In tal caso, per disintossicare il fegato, oltre a sospendere (se possibile) la terapia farmacologica, potrebbe essere utile coadiuvare la guarigione epatica ottimizzando l'alimentazione attraverso l'utilizzo di alcuni integratori alimentari. I farmaci ad azione epato-tossica agiscono favorendo la sintesi di epatotossine intrinseche, ma soprattutto apportando epatotossine estrinseche: metaboliti elettrofili e radicali liberi.
La disintossicazione del fegato può essere facilitata dal consumo di cibi o integratori ricchi di antiossidanti. Gli alimenti più utilizzati e gli integratori consigliati nella disintossicazione del fegato sono: il tè verde ed i carciofi, grazie all'elevato contenuto in polifenoli, ed il cardo mariano, contenente silimarina (silibina + silidianina + silicristina), che incrementa l'attività del ribosoma RNA attraverso la polimerasi nucleolare A con effetto rigenerativo.


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giovedì 30 ottobre 2014

Sindrome metabolica: miglioramenti con tè verde


Miglioramento  della sindrome metabolica con il tè verde.
Miglioramento della sindrome metabolica con il tè verde.

MIGLIORAMENTO DELLA SINDROME METABOLICA E RIDUZIONE DEL PESO.

La Sindrome metabolica è un complesso di sintomi che includono in uno stesso individuo: elevata circonferenza di vita, aumentati livelli di trigliceridi, glicemia e pressione arteriosa  e ridotta concentrazione del colesterolo ad alta densità. E’ balzata alle cronache mediche perché a livello vascolare crea e mantiene uno stato infiammatorio cronico e silente che alla lunga porta ad un aumento netto di eventi cardio e cerebrovascolari. La lotta alla Sindrome Metabolica tramite un regime alimentare controllato, abolizione del fumo e cambiamenti di stile di vita è in atto in tutto l’occidente data l’alta incidenza di malattie che provoca.
In questo contesto  gli effetti positivi del tè verde sulla diminuzione del peso corporeo e della sindrome Metabolica sono stati ampiamente documentati in una vasta casistica sperimentale in cui c’è stata un’assunzione quotidiana di quattro o più tazze di tè o di 600-900 mg di polifenoli del tè.
Su “Pharmacogical Research”2011, viene riportato uno studio in cui  topi alimentati con una dieta ricca di grassi (60% dell’apporto calorico totale) e trattati con estratti di epigallocatechina per 16 settimane alla concentrazione di 3,6 grammi per chilo di cibo assunto, avevano manifestato una significativa riduzione in peso del tessuto adiposo, oltre che dei livelli di glicemia e insulina. Il tutto aveva portato ad una maggiore sensibilità degli organi all’insulina stessa. Ciò significa che erano sufficienti basse concentrazioni dell’ormone per ridurre i livelli di glucosio nel sangue.
Catechine del tè hanno dimostrato di ridurre l’infarcimento grasso del fegato (steatosi epatica) e di proteggere i roditori dalla tossicità dell’etanolo e di altre sostanze tossiche.
Gli effetti metabolici sul tessuto adiposo e il peso corporeo dell’uomo sono stati oggetto di numerosi studi la maggior parte dei quali ha documentato un calo del peso  e una lieve perdita di tessuto adiposo con un consumo di tè superiore alle quattro tazze al giorno pari a  600-900 mg di polifenoli.
In uno studio cinese randomizzato e controllato con placebo pubblicato su “Obesity” 2010, a gruppi di pazienti veniva somministrata per 90 giorni una bevanda con concentrazioni di catechine e caffeina crescenti da 30 mg catechina + 10 mg caffeina (bevanda a basso contenuto) fino a 886 mg catechine + 198 mg caffeina al dì ( bevanda ad altissimo contenuto).
In quest’ultimo gruppo di trattamento intensivo si  osservava una perdita di 1,9 cm di circonferenza di vita, una perdita di peso di 1,2 kg e una significativa perdita del grasso intra-addominale il che portava a concludere che questi dosaggi portavano a visibili miglioramenti  nella composizione corporea.
Uno lavoro pubblicato nel “Journal American College Nutrition”2010, conferma che l’assunzione di almeno quattro tazze di tè al giorno per otto settimane, causa una significativa perdita di peso ( dai 2 ai 3 Kg) rispetto al placebo,  e un modesto abbassamento del colesterolo contribuendo in maniera naturale a contrastare gli effetti della Sindrome Metabolica nei pazienti obesi.
Sempre nel “Journal American College Nutrition”2005, viene  studiata la relazione del tè verde nei confronti del rischio di sviluppare diabete tipo 2 ( il diabete non insulino dipendente) e si giunge alla conclusione che il consumo di tè ( 3-6 tazze al giorno) è associato ad un ridotto rischio di sviluppare tale patologia.

TERMOGENESI

Per termogenesi si intende un processo metabolico che porta alla produzione di calore da parte dell’organismo, soprattutto nel tessuto adiposo e muscolare. Nel campo della nutrizionistica e degli integratori alimentari per effetto termogenico si intende  l’assunzione di prodotti che tendono, a riposo, a stimolare o accellerare il metabolismo aumentando il dispendio energetico sotto forma di calore e impedendo l’immagazzinamento dell’energia alimentare sotto forma di grasso. In altre parole, il sogno nel cassetto è quello di dimagrire non facendo nè attività motoria né sottoponendosi ad un regime alimentare equilibrato.
Viene così studiata l’azione termogenica del tè verde, cioè la capacità di aumentare il metabolismo e di conseguenza il dispendio energetico  anche in condizioni di riposo. Nell’importante studio di Abdul Dulloo pubblicato su “American Journal of Clinical Nutrition”1999,  viene provato che l’assunzione di tè aumenta il dispendio energetico nelle 24 ore del 4%.
Un risultato molto interessante di questo studio è che gli effetti del tè verde sul dispendio energetico non potevano essere spiegati solo sulla base del suo contenuto di caffeina, perchè il trattamento con una dose di caffeina equivalente a quella contenuta nel tè, non era in grado di aumentare il dispendio energetico. La deduzione che si trae è che gli effetti metabolici del tè sono dovuti a sostanze diverse dalla caffeina e tipiche della pianta. Inoltre si è visto che il tè provoca un aumento peculiare dell’ossidazione dei grassi (del consumo dei depositi grassi) mentre invece  assunzioni massicce di caffeina pari a 1.000 mg/dì non hanno effetti significativi su questo parametro.
Ultima considerazione importante è che la stimolazione della termogenesi e l’ossidazione dei grassi con il tè verde non è accompagnata da un aumento della frequenza cardiaca tipico delle alte dosi di caffeina.

PREVENZIONE MALATTIE CARDIOVASCOLARI

Ci sono molti studi condotti sull’uomo nell’assunzione del  tè nei confronti delle malattie cardiovascolari. Le prove più convincenti nel documentare una riduzione del rischio cardiovascolare con il consumo di tè viene dai grandi studi fatti in Giappone. Con lo studio pubblicato su “JAMA” 2006, l’assunzione da due tazze a cinque tazze al giorno è stata  correlata con una diminuzione significativa della mortalità per malattie cardiovascolari.
In un altro studio Giapponese pubblicato sul “Journal Epidemiology Community Health”2011, un consumo superiore alle sei tazze al giorno di tè confermava la riduzione della mortalità nei bevitori di tè.
Una  meta analisi apparsa su “American Journal Clinical Nutrition” 2011, ha confrontato gli effetti del tè nero nei confronti del tè verde per quanto riguardava la prevenzione degli eventi di  malattie delle arterie coronarie del cuore. I risultati, molto interessanti, dimostravano che il consumo di tè verde, ma non di tè nero, era associato ad una diminuzione del rischio di malattia coronarica del 10%. Non emergeva nessun dato che supportava il ruolo protettivo del tè nero.

EFFETTI NEUROPROTETTIVI

Rrecenti ricerche e metanalisi hanno trovato che bere tè può ridurre leggermente il rischio di malattia di Parkinson e studi epidemiologici hanno suggerito che bere tè è associato ad un miglioramento della funzione cognitiva.
La teanina, un aminoacido che si trova nel tè, può penetrare facilmente nel cervello dove svolge un’azione neuro protettiva. Inoltre diversi studi attestano che tale sostanza può migliorare la memoria e l’attenzione nei soggetti con disturbi cognitivi lievi.

CONCLUSIONI

L’azione antiossidante dei polifenoli del tè è sicuramente importante nella prevenzione del cancro,  delle malattie cardiovascolari e nella riduzione dell’infiammazione nella obesità e Sindrome Metabolica.
Molti risultati sono stati ottenuti con il tè verde e non con quello nero in quanto i polifenoli di quest’ultimo non sono praticamente biodisponibili, inoltre i polifenoli non assorbiti esercitano il loro effetto sul tratto gastrointestinale diminuendo l’assorbimento di lipidi e proteine e facilitando la crescita di ceppi microbici utili al benessere.
E’ stata documentata epatotossicità in consumatori di integratori alimentari contenenti alte dosi di estratti di tè verde utilizzato per la perdita di peso corporeo.
Occorre cautela e non è raro che assunto a stomaco vuoto possa creare un’irritazione gastrica. In questi casi l’associazione con lo zenzero può ridurre nettamente questo problema.
L’assunzione di quattro o cinque tazze al giorno è stata correlata con la protezione verso alcune malattie croniche con scarsissimi effetti collaterali, che fanno del tè indubbiamente una bevanda sana e utile alla salute.

sabato 4 ottobre 2014

EFFETTI NEL BREVE TEMPO DI UN ESTRATTO DI YERBA MATE SULLA MODULAZIONE DELL'APPETITO E SCELTA DEL CIBO

Acute effects of a herb extract formulation and inulin fibre on appetite, energy intake and food choice.

Abstract

The impact of two commercially available products, a patented herb extract Yerbe Maté, Guarana and Damiana (YGD) formulation and an inulin-based soluble fermentable fibre (SFF), alone or in combination, on appetite and food intake were studied for the first time in a double blind, placebo-controlled, cross-over design. 58 normal to slightly overweight women consumed a fixed-load breakfast followed 4h later by an ad libitum lunch. They were administered YGD (3 tablets) and SFF (5g in 100ml water), YGD and water (100ml), SFF and placebo (3 tablets) or water and placebo 15min before meals. Appetite was assessed using visual analogue scales, and energy intake was measured at lunch. Significant reductions in food intake and energy intake were observed when YGD was present (59.5g, 16.3%; 112.4kcal, 17.3%) and when SFF was present (31.9g, 9.1%; 80kcal, 11.7%) compared with conditions were products were absent. The lowest intake (gram and kcal) was in the YGD+SFF condition. Significant reductions in AUC hunger and AUC desire to eat were also observed after YGD+SFF combination. The data demonstrate that YGD produces a robust short-term effect on caloric intake, an effect augmented by SFF. Caloric compensation for SFF indicates independent effects on appetite regulation.

 2013 Mar;62:84-90. doi: 10.1016/j.appet.2012.11.018. Epub 2012 Dec 1.

RECENTI SVILUPPI SULLE PROPRIETA' DELLA YERBA MATE

 2011 Jul 14;136(3):378-84. doi: 10.1016/j.jep.2010.06.032. Epub 2010 Jun 26.

Recent advances on Ilex paraguariensis research: minireview.

Abstract

Ilex paraguariensis dried and minced leaves are made into a brewed tea, prepared in a sui generis manner by large populations in South America, having evolved from a tea drunk by the Guarani ethnic group to a beverage that has a social and almost ritualistic role in some South American modern societies. It is used both as a source of caffeine, in lieu or in parallel with tea and coffee, but also as a therapeutic agent for its alleged pharmacological properties. Although with some exceptions, research on biomedical properties of this herb has had a late start and strongly lags behind the impressive amount of literature on green tea and coffee. However, in the past 15 years, there was a several-fold increase in the literature studying Ilex paraguariensis properties showing effects such as antioxidant properties in chemical models and ex vivo lipoprotein studies, vaso-dilating and lipid reduction properties, antimutagenic effects, controversial association with oropharyngeal cancer, anti-glycation effects and weight reduction properties. Lately, promising results from human intervention studies have surfaced and the literature offers several developments on this area. The aim of this review is to provide a concise summary of the research published in the past three years, with an emphasis on translational studies, inflammation and lipid metabolism. Ilex paraguariensis reduces LDL-cholesterol levels in humans with Ilex paraguariensis dyslipoproteinemia and the effect is synergic with that of statins. Plasma antioxidant capacity as well as expression of antioxidant enzymes is positively modulated by intervention with Ilex paraguariensis in human cohorts. A review on the evidence implicating Ilex paraguariensis heavy consumption with some neoplasias show data that are inconclusive but indicate that contamination with alkylating agents during the drying process of the leaves should be avoided. On the other hand, several new studies confirm the antimutagenic effects of Ilex paraguariensis in different models, from DNA double breaks in cell culture models to mice studies. Novel interesting work has emerged showing significant effect on weight reduction both in mice and in rat models. Some mechanisms involved are inhibition of pancreatic lipase, activation of AMPK and uncoupling of electron transport. Intervention studies in animals have provided strong evidence of anti-inflammatory effects of Ilex paraguariensis, notably protecting cigarette-induced lung inflammation acting on macrophage migration and inactivating matrix-metalloproteinase. Research on the effects ofIlex paraguariensis in health and disease has confirmed its antioxidant, anti-inflammatory, antimutagenic and lipid-lowering activities. Although we are still waiting for the double-blind, randomized prospective clinical trial, the evidence seems to provide support for beneficial effects of mate drinking on chronic diseases with inflammatory component and lipid metabolism disorders.

L'UTILIZZO DI YERBA MATE HA EFFETTI ANTIOSSIDANTI IN PAZIENTI AFFETTI DA COLESTEROLO ALTO

Association of mate tea (Ilex paraguariensis) intake and dietary intervention and effects on oxidative stress biomarkers of dyslipidemic subjects.

Abstract

OBJECTIVE:

To evaluate the effect of long-term ingestion of mate tea, with or without dietary intervention, on the markers of oxidative stress in dyslipidemic individuals.

METHODS:

Seventy-four dyslipidemic volunteers participated in this randomized clinical trial. Subjects were divided into three treatment groups: mate tea (MT), dietary intervention (DI), and mate tea with dietary intervention (MD). Biochemical and dietary variables were assessed at the beginning of the study (baseline) and after 20, 40, 60, and 90 d of treatment. Participants in the MT and MD groups consumed 1 L/d of mate tea. Those in the DI and MD groups were instructed to increase their intake of fruit, legumes and vegetables and decrease their consumption of foods rich in cholesterol and saturated and trans-fatty acids. Biomarkers of oxidative stress such as antioxidant capacity of serum (ferric reducing antioxidant potential assay), uric acid, reduced glutathione, paraoxonase-1 enzyme, lipid hydroperoxide (LOOH), and protein carbonyl were analyzed.

RESULTS:

Participants in the DI group showed a significant decrease in total fat and saturated fatty acid intakes. Those in the DI and MD groups presented a significant increase in vitamin C consumption. For all groups, there was a significant increase in ferric reducing antioxidant potential and reduced glutathione concentrations but no significant changes in LOOH, protein carbonyl, and paraoxonase-1 values. The reduced glutathione concentration was positively correlated with the consumption of monounsaturated fatty acids, fiber, and vitamin C, whereas levels of LOOH were inversely correlated with intakes of vitamin C and fiber. In addition, LOOH correlated positively with low-density lipoprotein cholesterol and inversely with high-density lipoprotein cholesterol, which had a positive association with paraoxonase-1.

CONCLUSION:

The ingestion of mate tea independently of the dietary intervention increased plasma and blood antioxidant protection in patients with dyslipidemia.