giovedì 26 novembre 2020

Le sostanze naturali da usare in via preventiva rispetto al Covid-19

 La natura che cura, la rubrica del farmacista Vitor Chiessi 


https://temponews.it/2020/10/13/le-sostanze-naturali-da-usare-in-via-preventiva-rispetto-al-covid-19/

In attesa del vaccino e della seconda ondata del virus, la comunità scientifica sta cercando di organizzarsi e fornire cure valide. Anche nel campo della fitoterapia sono già molte le ricerche svolte sulle persone, rivelandosi un valido aiuto almeno per alleviare i sintomi. Dopo una conference call in Regione Toscana e Lombardia con i colleghi cinesi dell’ospedale del Wang Dong è emersa la possibilità di utilizzare la medicina tradizionale cinese nei pazienti affetti da sintomi lievi di Coronavirus.
L’esperienza cinese ha riguardato 120 pazienti con sintomi lievi di Covid-19 che sono stati curati con metodi standard e poi con medicina tradizionale cinese: i risultati sono stati molto interessanti. Si conferma quindi la possibilità di utilizzare con buon risultato le sostanze naturali (ad esempio il ginseng, la scutellaria e l’astragalo) in pazienti con sintomi lievi da Coronavirus e sottoposti prima a un trattamento standard. Anche in pazienti con sintomi lievi che hanno utilizzato solo la medicina tradizionale cinese e nessun altro metodo occidentale si è visto un buon risultato rispetto all’infezione da Coronavirus.

Ma quali sono le sostanze naturali che possiamo utilizzare in via preventiva rispetto al Covid-19?
Ginseng americano: è un tonico per la tosse, utile anche contro la fatica e la stanchezza. Astragalo: adattogeno, utilizzato per le lesioni polmonari e immunomodulante.
Scutellaria: utile soprattutto quando si ha la febbre.
Rodiola: per avere un valido rinforzo in presenza di difficoltà respiratoria.
Si possono utilizzare tranquillamente, non hanno effetti collaterali e indesiderati e danno una mano alle possibilità terapeutiche che possiamo fare in casa.
In quali altri modi possiamo “dare una mano” al nostro organismo?
E’ fondamentale dormire bene, almeno 7 ore di riposo aiutano a mantenerci in salute; mangiare frutta e verdura del tipo: liquirizia, aglio, cipolla e mela che contengono quercitina e zinco che riducono l’attività virale; Utilizzare vitamina C e D; Utilizzare la curcuma che contiene la curcumina; Tè verde, che contiene una sostanza anti infiammatoria importante; frutta secca che contiene olio, proteine, e micerina. Questi alimenti vanno consumati 3/5 volte al giorno.

LE ERBE AL TEMPO DEL VIRUS

 Sono in corso in Cina una ottantina di studi sui potenziali trattamenti per COVID-19 e 15 riguardano fitoterapici tradizionali. Come è importante studiare nel tempo l’evoluzione di epidemie e pandemie per comprenderne corsi e ricorsi e trasformazioni, e adottare tutte le misure del caso, preventive e terapeutiche, quando si tratta di epidemie causate da virus finora sconosciuti, è difficile fare previsioni per armi specifiche, che siano farmaci o vaccini. Esistono del resto testi storici e letteratura scientifica sull’impiego di piante tradizionali cinesi nella prevenzione e trattamento della SARS e dell’influenza H1N1, come anche programmi di prevenzione dall’epidemia di COVID-19 con erbe tradizionali cinesi, attivati nel 2020 dalle autorità sanitarie in più regioni della Cina. Durante la precedente epidemia di SARS tale approccio è stato ampiamente utilizzato: nell’aprile 2003, il Ministero della Salute cinese raccomandava più di 20 formule fitoterapiche da associare ai farmaci occidentali (Chen et al., 2007). Secondo una metanalisi Cochrane (2012) le erbe cinesi usate insieme ai farmaci occidentali hanno migliorato sintomi e qualità di vita e favorito il riassorbimento dell’infiltrato infiammatorio polmonare, consentendo anche di ridurre il dosaggio dei farmaci steroidei dei pazienti con SARS trattati con i due approcci in combinazione (Liu et al., 2012). Tra questi la formulazione erboristica cinese contenente estratti del lianqiao (Forsythiae fructus), che si ritiene sia stato usato per il trattamento delle infezioni da oltre 2.000 anni. Tra le piante tradizionali su cui esiste una letteratura interessante c’è la Liquirizia; diversi meccanismi d’azione si possono evocare a giustificazione dell’impiego di estratti di questa pianta nel paziente con infezione virale polmonare: attività antinfiammatoria, sedativa della tosse, immunomodulante e non ultima antivirale. Già con l’esplodere della SARS si sviluppò la ricerca di composti antivirali per il suo trattamento e fu esaminata anche la glicirizzina su ceppi di coronavirus da pazienti. Da febbraio 2020 la radice di Liquirizia entra, insieme ad altre erbe, in alcune preparazioni tradizionali inserite in programmi di prevenzione di COVID-19. E’ presente anche un’altra pianta medicinale, nota anche in Occidente, per le sue capacità immunostimolanti: la radice di Astragalus membranaceus, di cui sperimentalmente è stata dimostrata la capacità dei polisaccaridi di inibire la replicazione di virus responsabili di infezioni bronchiali.
E la fitoterapia occidentale? Se la Cina si è attivata in termini di utilizzo preventivo e ricerca moderna su piante di uso antico, potrebbe giocare un ruolo attivo anche la fitoterapia occidentale, che già utilizza piante inserite in medicinali e integratori nel trattamento sintomatico delle affezioni virali delle alte vie respiratorie e al tempo stesso dotate di attività inibenti la replicazione dei virus respiratori. Tra le piante, ormai diventate di nostra pertinenza, si deve citare il Pelargonium sidoides, registrato come pianta medicinale antitosse per le sue caratteristiche antinfiammatorie e immunomodulanti, ma contenente polifenoli che, sperimentalmente, hanno confermato proprietà antivirali verso numerosi virus respiratori, tra i quali anche il coronavirus. E la ben nota Echinacea, nelle sue varie specie e preparazioni, esplica capacità immunoprotettive e antinfiammatorie confermate da recenti revisioni della letteratura. Non sarebbe quindi banale pensare come utilizzare questi fitoterapici, ad esempio nella protezione degli operatori sanitari esposti, a iniziare dai MMG fino a medici, infermieri e tecnici sanitari delle Malattie infettive o di altri reparti, come il Pronto Soccorso, dove entrano con contatto con pazienti contagiati. Bene dunque l’utilizzo di alcuni dei fitoterapici citati, in strategica e razionale associazione tra loro, senza dimenticare altre piante medicinali della tradizione latino-americana come Uncaria tomentosa o europea, come Cistus incanus e Sambucus nigra, ad alto contenuto in polifenoli e antociani, con dimostrate attività antinfi mmatorie e anti-virus influenzali, evidenziate di recente anche dalla ricerca clinica. Argomenti ne abbiamo sia per la nostra pratica clinica, sia per la ricerca innovativa in un settore di interesse mondiale.


lunedì 16 novembre 2020

Colesterolo: le regole d’oro per tenerlo sotto controllo

 Un italiano su 3 ha il colesterolo alto e che tra chi si sta curando per abbassarlo, gli obiettivi terapeutici vengono centrati da un maschio su 4 e da meno di una donna su 5. Si tratta di un problema, quindi, da non sottovalutare considerando che il colesterolo ‘cattivo’ (Ldl) è il principale fattore di rischio per le malattie cardiovascolari. In aiuto arriva il position paper redatto dagli esperti della Società italiana per la prevenzione cardiovascolare (Siprec), in collaborazione con il Cnr e la Fondazione Italiana per il Cuore, realizzato per fornire delle indicazioni su come affrontare il problema.

In Europa
Ogni anno in Europa si registrano 4 milioni di decessi per malattie cardiovascolari che riguardano le donne nel 55% dei casi. Considerando la sola Unione Europea, i decessi per queste patologie ammontano a 1,8 milioni l’anno e la spesa relativa alle malattie cardiovascolari si attesta sui 210 miliardi di euro, di cui il 53% generata dalla gestione clinica.

In Italia
Gli studi di intervento hanno dimostrato che se fosse possibile eliminare tutti i fattori di rischio, si riuscirebbe ad abbattere dell’80% gli eventi cardiovascolari. Dalla fine degli anni ’90 ad oggi il valore medio del colesterolo degli italiani è aumentato in maniera significativa sia negli uomini (dal 205 a 211 mg/dl) che nelle donne (da 207 a 217 mg/dl). Gli uomini tuttavia si curano meglio delle donne: quelli che raggiungono l’obiettivo con il trattamento sono passati dal 13,5 al 24% del totale, mentre le donne ‘a target’ sono cresciute dal 9,6% al 17,2% del totale.

Quando misurarlo
Non esistono criteri condivisi né su quando iniziare lo screening né su ogni quanto ripetere gli esami, né a quale età smettere: il medico dovrebbe regolarsi sulla base del profilo di rischio individuale del paziente, ma è comunque raccomandabile fare un primo screening negli uomini intorno ai 40 anni e nelle donne intorno ai 50 o in post-menopausa, come suggerito anche dalle linee guida della European society of cardiology (Esc). Questa valutazione andrebbe tuttavia anticipata (intorno ai 35 anni nei maschi e a 45 anni nelle femmine) nei soggetti con familiarità per ipercolesterolemia e/o eventi cardiovascolari in età giovanile e in pazienti diabetici e con arteriopatia periferica, a prescindere dall’età.

Il grande vantaggio e il basso costo del test suggeriscono, sottolinea Massimo Volpe, presidente eletto della Siprec – per un controllo esteso, ma ”attualmente in Italia non è previsto il dosaggio gratuito dei valori di colesterolo-Ldl per diversi gruppi di pazienti affetti da dislipidemia”. Una riduzione di 40 mg/dl di colesterolo Ldl si associa ad un abbattimento del 20-25% delle morti per cause cardiovascolari e di infarto miocardico non fatale, come dimostrato dai tanti studi di intervento degli ultimi 15-20 anni. “Molti degli eventi ischemici cardiovascolari e cerebrovascolari colpiscono non solo soggetti a rischio elevato, ma anche a rischio medio e talvolta basso – riporta Roberto Volpe ricercatore del Cnr di Roma. Anzi, i dati italiani del ‘Progetto Cuore’ ci dimostrano che oltre l’80% degli eventi si verificano proprio in soggetti con un rischio a 10 anni inferiore al 20%, vale a dire un rischio considerato medio-basso”.

Le statine
Riducono la sintesi epatica di colesterolo; la percentuale di riduzione di Ldl è dose dipendente e varia a seconda del tipo di statine, ma vi è grande variabilità da un individuo all’altro. Lo studio del Cholesterol Treatment Trialists (Ctt) ha dimostrato che una riduzione di 40 mg/dl di Ldl corrisponde ad una riduzione del 10% della mortalità per tutte le cause, del 20% di mortalità per cause cardiovascolari, del 23% del rischio di eventi coronarici maggiori e del 17% di ictus.

I nuovi farmaci
Gli inibitori di PCSK9 (evolocumab e alirocumab) sono farmaci, somministrati una o due volte al mese per iniezione sottocutanea, che inibendo la funzione della proteina PCSK9, consentono ai recettori delle Ldl di essere più volte ‘riciclati’ sulla superficie cellulare, dove ‘catturano’ e rimuovono dal sangue le Ldl circolanti. Questi nuovi farmaci producono una riduzione drammatica dei livelli di Ldl (fino a -75 per cento) e aumentano le concentrazioni delle Hdl. Sono indicati nei pazienti con ipercolesterolemia primaria (comprese le forme familiari eterozigoti ed omozigoti), in aggiunta al trattamento con statine o altri farmaci ipolipemizzanti o da soli, nei soggetti intolleranti alle statine. Evolocumab è approvato dall’AIFA in regime di rimborsabilità.

venerdì 31 luglio 2020

LA BARBABIETOLA ROSSA: UN RIMEDIO SORPRENDENTE PER LA PRESSIONE ALTA

La barbabietola rossa o rapa rossa è un radice dalle numerose proprietà dietetiche e salutari. Contiene infatti quantità notevoli di minerali, che assorbe dal terreno: potassio, fosforo, ferro, calcio e numerose vitamine del gruppo B.
Possiede proprietà depurative, antisettiche e ricostituenti, è utile in caso di influenza e di anemia, grazie al ferro in esso contenuto. Favorisce la digestione e rafforza la mucosa gastrica. A causa della sua consistenza zuccherina, è invece sconsigliata a pazienti diabetici, così come per chi soffre di calcolosi renali, data la presenza di molti ossalati.
Un recentissimo studio pubblicato sulla rivista scientifica “Hypertension” (Kapil et al., 2015) ha dimostrato l’utilità del succo di barbabietola nel diminuire la pressione sanguigna in pazienti affetti da ipertensione. In questo studio 68 pazienti ipertesi sono stati divisi in due gruppi: il primo gruppo ha ricevuto un supplemento nutrizionale di succo di barbabietola (240ml al giorno per 4 settimane), il secondo gruppo ha ricevuto il placebo, cioè un succo identico ma senza i principi attivi della barbabietola.

In particolare, è stato studiato l’effetto del nitrato presente nella barbabietola: questa sostanza viene convertita nell’organismo in ossido nitrico (NO), favorendo la vasodilatazione e quindi l’abbassamento della pressione sanguigna. I risultati dello studio hanno dimostrato l’efficacia del succo di barbabietola rispetto al controllo nel diminuire la pressione sanguigna in pazienti con ipertensione, in cui si è anche osservato un miglioramento della funzoinalità delle pareti dei vasi sanguigni ed una diminuzione della rigidità delle arterie.

Se soffrite di pressione alta, ma anche se volete migliorare le vostre prestazioni sportive.. Beh.. Bevetevi un bel frullato di barbabietola come quello della ricetta qui sotto!

Ingredienti:
una banana — mezza barabietola — una manciata di lamponi surgelati — un bicchiere di latte
Procedimento:
Frullate tutti gli ingredienti, aggiungete qualche superfood di vostro gradimento (cioccolato fondente, cocco in scaglie, bacche di goji, frutta secca) e gustate!
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Fonti:

Kapil V et al. (2015) Dietary nitrate provides sustained blood pressure lowering in hypertensive patients: a randomized, phase 2, double-blind, placebo-controlled study.

LE SPEZIE: RISORSE ANCHE PER IL BENESSERE


Le spezie sono delle alleate davvero preziose, non soltanto in cucina, per insaporire i nostri piatti, ma nella vita di tutti giorni, per la protezione della salute e per la prevenzione delle malattie.  La curcuma è una spezia di origine orientale, dalle proprietà interessanti. Studi recenti ne hanno messo in luce l'utilità per la prevenzione del diabete di tipo 2 e per proteggere l'organismo dalle infezioni. Presenta inoltre proprietà antinfiammatorie, antidolorifiche e antiossidanti. Le virtù dello zenzero, invece, sono note fin dai tempi antichi. Lo zenzero favorisce la digestione ed aiuta l'organismo a depurarsi. È perfetto per la preparazione di tisane da assumere per la cura e la prevenzione di mal di gola, raffreddore e influenza. Il peperoncino invece stimola il metabolismo e la digestione. Un pizzico di peperoncino contribuisce a favorire la circolazione sanguigna. E per uso esterno è un ottimo antidolofico. Il cumino è una delle principali spezie della salute nell'Ayurveda, la medicina tradizionale indiana. I semi di cumino assunti sotto forma di decotto, favoriscono la digestione, stimolando la produzione di enzimi nel pancreas e il metabolismo. I chiodi di garofano sono ritenuti benefici dalla medicina naturale per alleviare i dolori legati all'artrite. Sono un antibatterico naturale adatto per la preparazione di infusi da ottenere tramite decotto e da impiegare come collutorio.  Il cardamomo è la terza spezia più rara al mondo, dopo zafferano e vaniglia. Impariamo dunque ad utilizzarlo con parsimonia, come se fosse un vero e proprio medicinale. Può essere impiegato, ad esempio, per aromatizzare il caffè. Il cardamomo è utile in caso di tosse e raffreddore, per tutte le infiammazioni delle vie aeree e per favorire il dimagrimento. Stimola il metabolismo. I motivi per aggiungere un pizzico di cannella nella nostra alimentazione e nella preparazione delle tisane sono tanto numerosi quanto le sue proprietà benefiche. La cannella regola gli zuccheri nel sangue, riduce i dolori causati dall'artrite, migliora la memoria, è un alleato prezioso contro il raffreddore e il mal di gola. L'anice stellato viene considerato come un vero e proprio antibiotico naturale. Da esso viene estratto un olio essenziale impiegato in medicina ed erboristeria per la preparazione di farmaci e rimedi naturali. È un antiossidante e un antimicotico. Contrasta in maniera efficace la presenza di virus e batteri. Viene impiegato per la preparazione di liquori, mix di spezie e dolci.

GAMBE PESANTI: UN AIUTO DALLA NATURA

Le vene varicose, che si manifestano con vene gonfie e a volte doloranti sulle gambe, sono un problema che affligge sia donne che uomini, anche se le donne sono più esposte al disturbo in momenti particolari della loro vita, ad esempio durante la gravidanza, con l'avanzare dell'età o semplicemente per predisposizione familiare. Come curare le vene varicose è quindi una domanda che molte donne si fanno, soprattutto durante la gestazione, periodo in cui si presentano diversi dolori come il fastidioso mal di schiena in gravidanza. Esistono rimedi naturali e integratori che si acquistano in farmacia, anche se la situazione deve essere comunque valutata da un medico. Le vene varicose possono essere il sintomo di una insufficienza venosa ed essere indizio di un problema cardiaco. 
Il primo consiglio nella ricerca di risposte alla domanda “come curare le vene varicose” è perdere peso e seguire uno stile di vita sano, che comprenda attività fisica ed alimentazione regolare. Ad esempio, vanno privilegiati nella dieta gli alimenti ricchi di vitamina C, come kiwi, carote, agrumi, peperoni, frutta e verdura dal colore rosso, giallo o arancione. Un altro consiglio molto utile in caso di vene varicose è tenere quanto possibile le gambe sollevate ed utilizzare calze speciali, a compressione graduata, acquistabili in farmacia e nelle sanitarie, utili quindi a migliorare la circolazione del sangue. C'è anche chi usa l'aceto di mele per bagnare le gambe nei momenti di fastidio più intenso e chi trova benefici nell'idroterapia: uno dei rimedi più consigliati è il percorso Kneipp, che alterna getti di acqua calda e fredda a livello delle gambe e viene effettuato in centri specializzati. 

Esistono diversi prodotti per aiutare a superare i fastidi legati alle vene varicose. Per esempio, esiste una vasta gamma di prodotti fitoterapici e integratori, di solito a base di ippocastano, mirtillo, centella asiatica e ginko biloba, tutti elementi che aiutano a ridurre il gonfiore e a contrastare la fragilità capillare. Seguendo il consiglio del medico o del farmacista, sono infine disponibili diversi farmaci da banco per combattere il disturbo delle vene varicose: si chiamano farmaci flebotropi e si basano sempre su principi attivi naturali. 

AVOCADO: UN FRUTTO DALLE INNUMEREVOLI PROPRIETA'

Originario dell’America centrale e meridionale, l’avocado era ben noto già al tempo delle civiltà Maya e Azteche che ne apprezzavano soprattutto le doti afrodisiache.
Oggi, a distanza di millenni, l’avocado viene coltivato persino da noi e in particolare in Sicilia, dove le condizioni climatiche e la qualità del terreno fanno sì che i frutti risultino particolarmente dolci e dalla polpa cremosa. E’ diventato un frutto di moda, tanto che sono stati aperti bar specializzati nella vendita dell’avocado.
Oltre che per le tante proprietà nutrizionali, che ne fanno un ingrediente perfetto per una dieta sana ed equilibrata, l’avocado si distingue come un alimento straordinariamente versatile in cucina: può essere gustato sia nei dolci che nelle insalate, negli antipasti, nei primi e come contorno.  
L’avocado rappresenta un’ottima fonte di grassi monoinsaturi, benefici al contrario dei grassi saturi, che consentono di abbassare il colesterolo cattivo, apportando notevoli benefici al sistema cardiocircolatorio.
Inoltre, contiene antiossidanti e vitamina E, altri elementi che proteggono il cuore e rallentano il processo di invecchiamento. L’apporto vitaminico dell’avocado però non si esaurisce qui: sono tante le vitamine contenute nel frutto, soprattutto A, B1, B2, D, K.
Importante anche la quantità di acqua e fibre che, oltre a rendere l’avocado gustoso e digeribile, equilibrano la flora batterica e aiutano la digestione.
Una delle particolarità più interessanti consiste nella quantità di potassio contenuta nel frutto, addirittura superiore a quella contenuta nelle banane. Sembra infatti che 100 g di avocado contengano circa 450 mg di potassio, contro i 350 mg presenti in 100 g di banane. Cosa non da poco visto che il potassio, oltre a essere fondamentale per l’apporto di sali minerali forniti ad esempio durante l’attività sportiva, fa sì che il nostro organismo elimini correttamente il sodio in eccesso regolando così la pressione arteriosa.
Inoltre, recenti studi hanno dimostrato che il potassio contenuto in alimenti come l’avocado aiuta a proteggere le arterie e a preservare l’apparato cardiaco.

 


L’avocado è un frutto prezioso per il nostro organismo, sotto tanti punti di vista: Protegge il sistema cardiocircolatorio. Non solo: sembra infatti che inserire regolarmente l’avocado nella propria dieta aiuti a ridurre il rischio di sviluppare tumori. Secondo la Cancer Cure Foundation, infatti, l’avocado rientra tra i 27 cibi fondamentali per la prevenzione del cancro. Un perfetto alleato della nostra bellezza: l’avocado aiuta a contrastare i radicali liberi rallentando l’invecchiamento delle cellule e della pelle. Previene infatti le rughe e a mantenere la pelle luminosa, levigata e idratata. Protegge la salute degli occhi e della vista, grazie alla presenza di luteina e zeaxantina.

martedì 12 maggio 2020

Le erbe al tempo dei virus

Le erbe al tempo dei virus

Sono in corso in Cina una ottantina di studi sui potenziali trattamenti per COVID-19 e 15 riguardano fitoterapici tradizionali.
Sono in corso in Cina una ottantina di studi sui potenziali trattamenti per COVID-19 e 15 riguardano fitoterapici tradizionali. Come è importante studiare nel tempo l’evoluzione di epidemie e pandemie per comprenderne corsi e ricorsi e trasformazioni, e adottare tutte le misure del caso, preventive e terapeutiche, quando si tratta di epidemie causate da virus finora sconosciuti, è difficile fare previsioni per armi specifiche, che siano farmaci o vaccini. Esistono del resto testi storici e letteratura scientifica sull’impiego di piante tradizionali cinesi nella prevenzione e trattamento della SARS e dell’influenza H1N1, come anche programmi di prevenzione dall’epidemia di COVID-19 con erbe tradizionali cinesi, attivati nel 2020 dalle autorità sanitarie in più regioni della Cina. Durante la precedente epidemia di SARS tale approccio è stato ampiamente utilizzato: nell’aprile 2003, il Ministero della Salute cinese raccomandava più di 20 formule fitoterapiche da associare ai farmaci occidentali (Chen et al., 2007). Secondo una metanalisi Cochrane (2012) le erbe cinesi usate insieme ai farmaci occidentali hanno migliorato sintomi e qualità di vita e favorito il riassorbimento dell’infiltrato infiammatorio polmonare, consentendo anche di ridurre il dosaggio dei farmaci steroidei dei pazienti con SARS trattati con i due approcci in combinazione (Liu et al., 2012). Tra questi la formulazione erboristica cinese contenente estratti del lianqiao (Forsythiae fructus), che si ritiene sia stato usato per il trattamento delle infezioni da oltre 2.000 anni. Tra le piante tradizionali su cui esiste una letteratura interessante c’è la Liquirizia; diversi meccanismi d’azione si possono evocare a giustificazione dell’impiego di estratti di questa pianta nel paziente con infezione virale polmonare: attività antinfiammatoria, sedativa della tosse, immunomodulante e non ultima antivirale. Già con l’esplodere della SARS si sviluppò la ricerca di composti antivirali per il suo trattamento e fu esaminata anche la glicirizzina su ceppi di coronavirus da pazienti. Da febbraio 2020 la radice di Liquirizia entra, insieme ad altre erbe, in alcune preparazioni tradizionali inserite in programmi di prevenzione di COVID-19. E’ presente anche un’altra pianta medicinale, nota anche in Occidente, per le sue capacità immunostimolanti: la radice di Astragalus membranaceus, di cui sperimentalmente è stata dimostrata la capacità dei polisaccaridi di inibire la replicazione di virus responsabili di infezioni bronchiali.
E la fitoterapia occidentale? Se la Cina si è attivata in termini di utilizzo preventivo e ricerca moderna su piante di uso antico, potrebbe giocare un ruolo attivo anche la fitoterapia occidentale, che già utilizza piante inserite in medicinali e integratori nel trattamento sintomatico delle affezioni virali delle alte vie respiratorie e al tempo stesso dotate di attività inibenti la replicazione dei virus respiratori. Tra le piante, ormai diventate di nostra pertinenza, si deve citare il Pelargonium sidoides, registrato come pianta medicinale antitosse per le sue caratteristiche antinfiammatorie e immunomodulanti, ma contenente polifenoli che, sperimentalmente, hanno confermato proprietà antivirali verso numerosi virus respiratori, tra i quali anche il coronavirus. E la ben nota Echinacea, nelle sue varie specie e preparazioni, esplica capacità immunoprotettive e antinfiammatorie confermate da recenti revisioni della letteratura. Non sarebbe quindi banale pensare come utilizzare questi fitoterapici, ad esempio nella protezione degli operatori sanitari esposti, a iniziare dai MMG fino a medici, infermieri e tecnici sanitari delle Malattie infettive o di altri reparti, come il Pronto Soccorso, dove entrano con contatto con pazienti contagiati. Bene dunque l’utilizzo di alcuni dei fitoterapici citati, in strategica e razionale associazione tra loro, senza dimenticare altre piante medicinali della tradizione latino-americana come Uncaria tomentosa o europea, come Cistus incanus e Sambucus nigra, ad alto contenuto in polifenoli e antociani, con dimostrate attività antinfi mmatorie e anti-virus influenzali, evidenziate di recente anche dalla ricerca clinica. Argomenti ne abbiamo sia per la nostra pratica clinica, sia per la ricerca innovativa in un settore di interesse mondiale.
Vitor Chiessi

lunedì 11 maggio 2020

INDICAZIONI DIETETICHE IN TEMPI DI CORONAVIRUS: CIBI RICCHI IN VITAMINA C, ANTIOSSIDANTI E IMMUNOSTIMOLANTI

Esistono degli estratti vegetali ad azione immunostimolante che possono essere efficacemente associati ai farmaci di sintesi che possono allievare i sintomi. In uno studio recente è stata testata ad esempio l'efficacia e la sicurezza di alcuni polisaccaridi del Larice chiamati arabinogalattani. Hanno dimostrato un elevato profilo di sicurezza e degli esiti promettenti in termini di attività immunostimolante. Presentano un'elevata muco adesività e una volta ingeriti interagiscono con la mucina che riveste la mucosa gastroenterica attivando per contatto il sistema immunitario. Sono presenti in diverse piante immunostimolanti come l'Echinacea purpurea, la Curcuma longa ed il fungo medicinale Ganoderma lucidum. In particolare hanno dimostrato di stimolare la citotossicità delle cellule natural killer in vitro attraverso la generazione di interferone gamma e di inibire le metastasi delle cellule tumorali nel fegato di roditori. .Gli Arabinogalattani sono anche considerati una buona fonte di fibra alimentare, migliorando la salute di alcuni ceppi della microflora intestinale, come i Bifidobacterium, i Lactobacillus acidophilus, e gli Enterobacteriaceae.
La vitamina A sembra anche prevenire le infezioni dell'apparato respiratorio e di quello digerente: se si prende come farmaco dovrà essere il medico a prescriverla ma per evitare carenze basterà mangiare cibi che la contengono: carote, verdure gialle, spinaci, broccoli, zucca, tuorlo dell'uovo, fegato, pesce e formaggio.


Infine due esempi pratici per esercitare un'attività antiossidiante e quindi un buon funzionamento del sistema immunitario.
Insalata mista di peperoni ovvero una fetta di peperone giallo, una di verde e una di rosso. Poi cavolfiore e radicchio rosso, meglio se in pinzimonio, con olio extravergine di oliva, sia a pranzo che a cena. Questa ricetta assicura il massimo di vitamina C assimilabile con l'alimentazione. Il peperone è in fatti l'ortaggio in assoluto più ricco di acido ascorbico, ma ci fornisce anche antociani, carotenoidi, flavonoidi, isotiocianati e clorofilla, che rappresentano i pigmenti indispensabili per sostenere le nostre cellule.
Quali sono invece gli ingredienti ideali per una buona insalata di frutta, la macedonia deve contenere uva nera, ribes rosso, kiwi, banana e arance. Questo cocktail è in grado di darci il massimo di vitamina C e al tempo stesso acido ellagico e resveratrolo dalle documentate attività antivirali
Se poi a qualcuno la verdura e la frutta proprio non dovessero piacere c'è un alternativa. un'alimentazione integrata con estratti di Rosa canina che fornisce vitamina C naturale in associazione sinergica con i carotenoidi, che la rendono più potente.  

CORONAVIRUS: PER CAPIRNE DI PIU'

Il virus che causa l'attuale epidemia di coronavirus è stato chiamato "Sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2" (SARS-CoV-2). Secondo gli scienziati il nuovo coronavirus è fratello di quello che ha provocato la Sars (SARS-CoVs).  I sintomi più comuni di sono febbre, stanchezza e tosse secca. Alcuni pazienti possono presentare indolenzimento e dolori muscolari, congestione nasale, naso che cola, mal di gola o diarrea. Questi sintomi sono generalmente lievi e iniziano gradualmente. Nei casi più gravi, l'infezione può causare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale e persino la morte.. Il DPCM dell'8 marzo 2020 raccomanda a tutte le persone anziane o affette da una o più patologie croniche o con stati di immunodepressione congenita o acquisita, di evitare di uscire dalla propria abitazione o dimora fuori dai casi di stretta necessità e di evitare comunque luoghi affollati nei quali non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro. Il periodo di incubazione rappresenta il periodo di tempo che intercorre fra il contagio e lo sviluppo dei sintomi clinici. Si stima attualmente che vari fra 2 e 11 giorni, fino ad un massimo di 14 giorni. La via primaria di trasmissione sono le  goccioline del respiro delle persone infette ad esempio tramite: la saliva, tossendo e starnutendo, contatti diretti personali, le mani, ad esempio toccando con le mani contaminate (non ancora lavate) bocca, naso o occhi Poiché la trasmissione può avvenire attraverso oggetti contaminati, è sempre buona norma per prevenire infezioni, anche respiratorie, il lavaggio frequente e accurato delle mani, dopo aver toccato oggetti e superfici potenzialmente sporchi, prima di portarle al viso, agli occhi e alla bocca. È importante perciò che le persone ammalate applichino misure di igiene quali starnutire o tossire in un fazzoletto o con il gomito flesso. Il lavaggio e la disinfezione delle mani sono la chiave per prevenire l'infezione. Dovresti lavarti le mani spesso e accuratamente con acqua e sapone per almeno 60 secondi. Se non sono disponibili acqua e sapone, è possibile utilizzare anche un disinfettante per mani a base di alcool (concentrazione di alcool di almeno il 60%).
inoltre bisogna evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute; evitare abbracci e strette di mano; mantenimento, nei contatti sociali, di una distanza interpersonale di almeno un metro; igiene respiratoria (starnutire e/o tossire in un fazzoletto evitando il contatto delle mani con le secrezioni respiratorie); evitare l’uso promiscuo di bottiglie e bicchieri, in particolare durante l’attività sportiva; non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani; coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce; non prendere farmaci antivirali e antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico; pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol; usare la mascherina solo se si sospetta di essere malati o se si presta assistenza a persone malate.  Per approfondimenti e informazioni puoi chiamare il numero verde Emilia-Romagna: 800 033 033 regionale. Utilizza i numeri di emergenza 112/118 soltanto se strettamente necessario. Non è al momento possibile prevedere per quanto tempo durerà l'epidemia e come si evolverà. Abbiamo a che fare con un nuovo virus e quindi rimangono molte incertezze. Ad esempio, non è noto se la trasmissione diminuirà durante l'estate, come osservato per l'influenza stagionale.  

lunedì 23 marzo 2020

sabato 15 febbraio 2020

FOODAMENTALE 2020

Ritorna anche nel 2020, e per il terzo anno consecutivo, l’attesa rassegna Foodamentale con tre nuove proposte cinematografiche legate al tema della nutrizione. Sempre organizzata dagli Amici del Fegato Onlus con il patrocinio del comune di Carpi e dell'Ordine dei farmacisti di Modena in collaborazione con la Farmacia della Speranza e i Giovani per Carpi quest’anno si avvale anche dell’importante contributo dei professori e degli studenti del Convitto di Correggio. Un gemellaggio che si spera porti risultati anche in futuro. Le serate saranno come sempre accompagnate dai commenti degli esperti (medici, dietisti, psicologi) il cui prezioso contributo meglio illustrerà l’impatto che la produzione e il consumo di cibo hanno su di noi e sull’ambiente.  Saranno presenti nelle varie serate i Dottori Stefano Bellentani, Enzo Soresi, Giacomo Carpenito

e le Dott.sse Cecilia Valenti, Laura Lodi, Martina Toschi,  Lucia Mannavola,  Sara Giannini, Serena Cavallini, Cristina Ghiselli, lo chef Carlo Gozzi e il fornaio Sandro Santolin.
La produzione documentaristica su questi temi  si arricchisce, anno dopo anno, di spunti e di argomenti su cui vale la pena di riflettere, consapevoli  del fatto che non è più possibile ignorare le ricadute che l’industria della nutrizione ha sulla vita di ognuno di noi, a partire dall’allevamento degli animali, o dalle colture intensive, fino a ciò che ogni giorno arriva sulla nostra tavola.  L’interesse che il mondo dell’intrattenimento, soprattutto televisivo, ha manifestato negli ultimi tempi intorno al mondo della cucina e del food, ha trasformato il cibo da semplice nutrimento a vero e proprio status symbol, facendoci a volte dimenticare che ciò di cui il nostro corpo si nutre non ha solo aspetti ludici o spettacolari ma influisce, e non poco, sul nostro stato di salute. 
E ciò è tanto più sorprendente se si considera  che dalle immagini (immateriali, inconsistenti, fantasmatiche)  sono irrimediabilmente espunte le caratteristiche principali del cibo, e cioè gusto e olfatto. La novità di quest’anno è che, accanto ai documentari, viene introdotta per la prima volta una forma narrativa più tradizionale, un film di finzione, che affronta il tema dei gravi disordini alimentari che affliggono soprattutto gli adolescenti.  Una scelta, la nostra, che va nella direzione di un maggior coinvolgimento empatico del pubblico che dalle vicende dei protagonisti ricava motivi per immedesimarsi nei vari personaggi e condividerne così, almeno in parte, il disagio e la sofferenza.  
La prima serata con il consueto buffet e la proiezione del film Domani si svolgerà il 7 marzo alle ore 20.00 presso l’Auditorium della Biblioteca Loria. Seguiranno I Nostri Figli Ci Accuseranno, il 21 marzo Briciole. Infine sarà proposto il 26 marzo un interessantissimo simposio-convengo con le figure professionali più importanti sull’argomento tra cui Enzo Soresi illustre pneumologo di fama mondiale su Microbiota intestinale, Colon irritabile e Fibromialgia. Le serate sono ad ingresso gratuito fino ad esaurimento posti.