sabato 10 maggio 2014

Frutta e verdura: sette porzioni al giorno sono meglio di cinque

Frutta e verdura: sette porzioni al giorno sono meglio di cinque

frutta verdura
Secondo uno studio pubblicato sul Journal of epidemiology and community health c’è una forte associazione inversa dose-dipendente tra consumo di frutta e verdura e mortalità, con massimo beneficio a 7 porzioni giornaliere.  Nel 1990 l''Oms consigliava 400 g di frutta e verdura come dose minima giornaliera protettiva contro le malattie cardiovascolari (Cvd) e alcuni tumori, cosa che nel 2003 ha portato al lancio nel Regno Unito della campagna di educazione alimentare “5 porzioni al giorno” di frutta e verdura, seguita a ruota da Francia e Germania. Nel 2007, invece, gli Stati Uniti hanno preferito il messaggio "Fruit & veggies more matters”, basato su linee guida del 2005 che consigliavano un numero variabile di porzioni di frutta e verdura a seconda del fabbisogno calorico individuale. Allo stesso modo il governo australiano ha lanciato nel 2005 la campagna alimentare “Avanti con 2+5”, che consigliava due porzioni di frutta e cinque di verdura al giorno. «Negli ultimi anni c''è stata qualche polemica sul rapporto tra frutta e verdura e mortalità, con implicazioni per la politica sanitaria» osservaJennifer Mindell, ricercatrice al Dipartimento di Epidemiologia e Salute Pubblica dell’University College London e coautrice dell’articolo, ricordando il recente dibattito sui possibili fattori confondenti che potrebbero falsare i risultati. Da qui lo studio sul Journal of Epidemiology and  Community Health, mirato a valutare se il consumo di frutta e verdura diminuisce la mortalità in una coorte rappresentativa a livello nazionale formata da oltre 65mila persone di 35 o più anni, con risultati aggiustati per età, sesso, classe sociale, livello di istruzione, indice di massa corporea, consumo di alcol e attività fisica. Ebbene, i dati raccolti confermano che frutta e verdura riducono i decessi per tutte le cause con effetto massimo a 7 porzioni giornaliere. «Il consumo di verdure è più protettivo, mentre quello di frutta in scatola sembra aumentare i decessi, probabilmente a causa del contenuto in carboidrati aggiunti» conclude la ricercatrice, raccomandando campagne alimentari che consiglino almeno sette porzioni di frutta e verdura sul modello australiano. E Chris Kypridemos dell’Università di Liverpool commenta: «I risultati confermano in modo convincente l''effetto protettivo dose dipendente sulla mortalità del consumo di 7 porzioni giornaliere frutta e verdura. Di conseguenza, l’attuale messaggio britannico che ne consiglia 5 porzioni potrebbe fornire false rassicurazioni e dovrebbe essere aggiornato».

Fonte: http://www.farmacista33.it/frutta-e-verdura-sette-porzioni-al-giorno-sono-meglio-di-cinque/salute-e-benessere/news-50504.html

Ipercolesterolemia: rischio e interventi

Ipercolesterolemia: rischio e interventi

Si parla di ipercolesterolemia quando la concentrazione di colesterolo nel sangue è in eccesso rispetto ai valori considerati fisiologici. Il colesterolo è una molecola lipidica, contenuta in alcuni alimenti e prodotta dal fegato, necessaria alla sintesi di membrane cellulari, bile, vitamina D e di alcuni ormoni tra cui estrogeni, progesterone e cortisone.
CauseSi riconoscono due cause principali all'origine dell'ipercolesterolemia: la familiarità e lo stile di vita. L'aumento del colesterolo (fino a 500 mg/dl) può essere geneticamente determinato ed essere poco, o per nulla, influenzato dalla dieta. Può causare cardiopatia precoce.
Obesità, diabete mellito, alimentazione ricca di grassi saturi, sedentarietà, fumo e alcol sono invece all'origine di un'ipercolesterolemia su cui è possibile intervenire modificando lo stile di vita.
Il rischio cardiovascolare L'ipercolesterolemia è un fattore di rischio riconosciuto per le malattie cardiovascolari (infarto e ictus), una delle principali cause di disabilità cronica e di morte nelle società sviluppate. Quando i livelli sono troppo elevati il colesterolo si deposita sulla parete interna delle arterie favorendo lo sviluppo di aterosclerosi determinando la perdita di elasticità delle pareti dei vasi e la riduzione del lume dove scorre il sangue. La probabilità di andare incontro a una malattia cardiovascolare deve comunque essere valutata complessivamente ponderando sia i fattori non modificabili, come l'età, il sesso e la familiarità, sia quelli su cui è possibile intervenire come le abitudini quotidiane, il peso e la presenza di altre patologie tra cui l'ipertensione. Per identificare le persone che potrebbero beneficiare di una terapia per abbassare il colesterolo, e stabilire in maniera scientifica le probabilità che possano essere colpite nel decennio successivo da una malattia cardiovascolare, il medico utilizza le carte italiane del Rischio cardiovascolare globale assoluto (Rcga) pubblicate dall'Istituto superiore di sanità.
Calcolo dei valoriIl dosaggio del colesterolo si effettua con un prelievo di sangue. Questo lipide non circola liberamente nel plasma ma trasportato da specifiche proteine: le lipoproteine a bassa densità (Low density lipoproteins, Ldl) che distribuiscono il colesterolo a tutti gli organi e le lipoproteine ad alta densità (High density lipoproteins, Hdl), note come "buone", che rimuovono il colesterolo in eccesso e lo portano al fegato dove viene eliminato. Il colesterolo totale, che si calcola sommando i valori di Ldl e di Hdl, si misura in milligrammi per decilitro (mg/dl) oppure in millimoli per litro (mmol/l). Il valore del colesterolo totale definito desiderabile non supera i 200 mg/dl, con Ldl inferiori a 100 mg/dl e Hdl uguale o superiore a 50 mg/dl. È considerato pericoloso se supera il valore di 240 mg/dl. Il controllo periodico è consigliato agli adulti con familiarità per malattie cardiovascolare, obesi, cardiopatici e ipertesi.
Come intervenirePer prevenire le malattie cardiovascolari si deve agire sui fattori di rischio, inclusa l'ipercolesterolemia. Quindi sullo stile di vita, l'alimentazione e il movimento. In casi selezionati lo specialista prescriverà una terapia farmacologica. Anche nel trattamento dell'ipercolesterolemia si parla di prevenzione primaria quando si interviene per evitare che l'evento cardiocircolatorio si manifesti per la prima volta e di prevenzione secondaria per evitare che si ripresenti di nuovo,
Le modifiche dello stile di vita consigliate sono:
  • aumentare il consumo di frutta, verdura e pesce (2-3 volte la settimana); privilegiare i prodotti non raffinati, i legumi e cereali integrali;
  • ridurre l'apporto di grassi animali e di alimenti che lo contengono, limitando il consumo di carne rossa, insaccati, formaggi, frattaglie, burro, panna, tuorlo d'uovo, crostacei;
  • usare poco sale e non abusare di alcol e dolci;
  • tenere il peso sotto controllo;
  • smettere di fumare;
  • rilassarsi;
  • dedicare un po' di tempo all'esercizio fisico (30 minuti di cammino al giorno).
Adottando questi comportamenti, nel giro di alcuni mesi i valori migliorano del 15-20%.
Per le proprietà ipocolesterolemizzanti sono diffusi anche rimedi naturali, come gli integratori che contengono riso rosso fermentato e soia verso i quali occorre cautela in caso di intolleranze.
FarmaciLa terapia farmacologica dell'ipercolesterolemia è cronica. I medicinali di prima scelta sono le statine (pravastatina, atorvastatina, lovastatina, rosuvastatina, simvastatina, fluvostatina, eccetera) che inibiscono l'attività della Hmg-CoA reduttasi, l'enzima coinvolto nella sintesi del colesterolo nel fegato. Gli effetti avversi più noti sono dolori e debolezza muscolare. Appartengono alla classe dei farmaci a effetto ipocolesterolemizzante i fibrati, i sequestranti gli acidi biliari, ezetimibe e analoghi che riducono l'assorbimento del colesterolo dall'intestino.
Domande essenziali
  • Da quanto tempo soffre di ipercolesterolemia?
  • Ha familiarità per malattie le cardiovascolari?
  • Conduce uno stile di vita sano?
Fonte: http://www.farmacista33.it/cont/farmacista33-formazione-contenuti/28154/ipercolesterolemia-rischio-interventi.aspx

Insonnia e cure naturali: gli estratti d’efficacia dimostrata

Insonnia e cure naturali: gli estratti d’efficacia dimostrata


L’insonnia propriamente detta incorre quando una persona per almeno 3 volte alla settimana si risveglia, o stenta ad addormentarsi, entro i primi 30 minuti di sonno. Anche se esistono numerosi approcci cognitivo-comportamentali efficaci contro l'insonnia, in tutto il mondo continuano a essere prescritti molti farmaci ipnotici, soprattutto benzodiazepine. Nei soli Usa se ne consumano dai 15 ai 20 milioni l’anno. Il loro meccanismo d’azione si basa sull’interazione con recettori del Gaba, un neurotrasmettitore endogeno ad azione rilassante. Purtroppo questi farmaci sono connessi a fenomeni di tolleranza e di dipendenza per cui alcuni pazienti optano per le più “sicure” alternative naturali. Tuttavia sicurezza ed efficacia non sempre coincidono anche nelle piante officinali. Ad esempio, il decotto di radice di Valeriana officinalis, secondo l’Emea è sicuro da un punto di vista tossicologico ma non avrebbe riscontri di efficacia scientificamente provata. Sarebbe invece il fitocomplesso ottenuto dalla frazione idroalcolica (sesquiterpenoidi, lignani e flavonoidi) a presentare l’attività positiva sull’innesco e sulla durata del sonno. Il suo meccanismo d’azione prevede interazione con il sistema del Gaba, attività agonista sul recettore A-1 dell’adenosina e il legame al recettore per la serotonina 5-HT1A. In realtà secondo alcuni studi in vitro sembrerebbe che anche l’olio essenziale di valeriana ricco di acidi valerenici e l’estratto acquoso, abbiano elementi in grado di interagire con i meccanismi complessi del Gaba(1). Tuttavia estrapolare questi dati e standardizzarli in campo clinico è difficile a causa dell’instabilità fisico-chimica di alcuni costituenti. È questa la ragione per cui è preferibile assumere estratti secchi standardizzati e idroalcolici (etanolo 70% v/v) di Valeriana officinalis titolata in acidi valerenici. La dose giornaliera, calcolata su base individuale, non deve superare i 500 mg di estratto/die e andrebbe proseguita per almeno 4 settimane. Il farmacista può produrre in forma officinale le capsule di Valeriana estratto secco (e.s.), da sola o in associazione con qualche pianta sinergica come il Luppolo. Infatti è stato provato che un particolare estratto di Humulus lupulus strobili (estratto metanolico al 45% v/v) è in grado di interagire con il sistema del Gaba in modo sinergico alla valeriana potenziandone l’effetto. In più sembra possa fungere anche da agonista per i recettori della melatonina (ML1 e ML2) e per alcuni sottotipi di recettori per la serotonina (5-HT4e, 5-HT6 e 5-HT7)(2).

(1) Snitker JA, Bell WL, Schweain SL, Short RM, Burnham TH. Valerian. The review of natural products. St. Louis: Facts and Comparisons; 1999. p. 1–2. 
(2) Committee on Herbal Medicinal Products (HMPC), Community herbal monograph on Valeriana officinalis L., radix and Humulus lupulus L., flos. EMA, 2011

Angelo Siviero
Farmacista esperto in fitoterapia e galenica

Fonte: http://www.farmacista33.it/insonnia-e-cure-naturali-gli-estratti-defficacia-dimostrata/fitoterapia/news-48775.htmlinfo@fitovallee.com