lunedì 23 settembre 2013

ENERGIZZANTI

L’organismo umano necessita naturalmente di energia per compiere le sue molteplici attività quotidiane. Il fabbisogno energetico umano è il quantitativo energetico di origine alimentare che serve a bilanciare il dispendio energetico. Tale dispendio è determinato da numerosi fattori: il principale è il metabolismo basale (consumo metabolico a riposo), che nei casi normali impegna circa il 70% del totale, vi è poi il metabolismo cinetico (l’attività fisica e lavorativa), intorno al 25%, mentre la percentuale restante è solitamente relativa alla termogenesi indotta dagli alimenti, variabile a seconda delle diverse tipologie alimentari.
Ogni alimento si compone di numerose sostanze definite “nutrienti”: glucidi, proteine e lipidi (a livello macro), vitamine e minerali (a livello micro) e acqua. I nutrienti sono indispensabili per garantire all’organismo quello di cui necessita: carboidrati e lipidi forniscono l’energia chimica utile alle funzioni vitali, le proteine favoriscono la sintesi di nuovi tessuti e intervengono nella riparazione di quelli danneggiati, le vitamine assieme ai minerali regolano molteplici reazioni metaboliche, mentre l’acqua garantisce la necessaria idratazione.
L’organismo ha costante necessità di energia chimica, che si procura mediante il catabolismo di glucidi, proteine e lipidi. L’energia generata da questo processo viene sia dispersa come calore che immagazzinata per l’omeostasi termica, la regolazione della temperatura del corpo. L’energia contenuta nei macronutrienti viene liberata gradualmente, col susseguirsi delle varie reazioni metaboliche. Prima di poter essere utilizzata deve essere portata alla sintesi di ATP (adenosintrifosfato), una molecola instabile dall’importante carica energetica, che liberando energia si trasforma facilmente in ADP. L’energia garantita dall’ATP è alla base di qualsiasi attività biologica ma il corpo non ne possiede che circa 100 grammi. Perciò è necessario produrne costantemente attraverso il catabolismo dei nutrienti.
I principali meccanismi energetici innescati nell’attività fisica sono di cinque tipi: 1) aerobico glicidico, con la combustione di carboidrati in presenza di ossigeno, tipico di sforzi intensi prolungati ma equilibrati; 2) aerobico lipidico, per il quale l’energia si genera attraverso i grassi in presenza di ossigeno, per le attività fisiche poco intense o molto prolungate; 3) anaerobico lattacido, per il quale la produzione avviene in assenza di ossigeno, negli sforzi brevi ma abbastanza lunghi da produrre affanno respiratorio; 4) anaerobico alattacido, dove in assenza di ossigeno si produce energia dal creatinfosfato, con processi molto rapidi e veloci, in caso di attività energetiche molto intense e di brevissima durata; 5) proteico, dove l’energia si ottiene bruciando proteine, utile in caso di scarsità di carboidrati e in caso di sforzi molto prolungati.
L’organismo è inoltre in grado di immagazzinare il combustibile in diversi modi. Da un lato può farlo attraverso le molecole di glucosio, che si legano tra loro in catene e formano il glicogeno, utile a ottimizzare la presenza di glucosio nell’organismo. Il glicogeno è la principale fonte di energia muscolare, quando l’attività fisica si prolunga o si rivela particolarmente intensa le scorte di glicogeno vengono consumate e devono essere rimpinguate attraverso i nutrienti presenti nel cibo. I grassi sono fondamentali per gli sforzi a bassa intensità, in quanto la massa grassa corporea garantisce virtualmente riserve illimitate di energia. La velocità di produzione energetica è però inferiore rispetto al glucosio e senza carboidrati l’organismo non è in grado di consumare grassi. Si ricorre allora, per cercare di prolungare ulteriormente l’attività, alle stesse proteine muscolari, che vengono trasformate in glucosio.
Vi sono in natura numerosi alimenti dalle peculiari doti energetiche e ricostituenti, in grado di fornire rimedi concreti a stati di stanchezza e affaticamento. Tra esse si possono segnalare la spirulina, un’alga ricca di minerali, proteine e vitamine, utile a contrastare l’anemia e ideale come ricostituente in condizioni di convalescenza o stress; l’eleuterococco, che favorisce la produzione di ormoni, contrastando stati ansiosi e patologie debilitanti; il ginseng, una radice di grande efficacia energetica e antidepressiva; il guaranà, pianta amazzonica stimolante, o l’avena, ricca di nutrienti senza effetti eccitanti, adatta per le insonnie e i disordini dell’appetito.

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