martedì 14 giugno 2016

ERBE E PIANTE MEDICINALI: COSA SI INTENDE

Cosa s'intende per erbe e piante officinali


Una selezione di erbe e piante officinali, utilizzate in passato dalla tradizione popolare e oggi prezioso bagaglio della Fitoterapia moderna. Ciascuna pianta è provvista di descrizioni dettagliate sulle proprietà e modi d'uso, per conoscerne il potenziale terapeutico e scoprire i meccanismi d'azione.
Vi proponiamo una selezione di erbe e piante officinali più utilizzare nella fitoterapia, con descrizione dettagliata di proprietà, principi attivi, caratteristiche botaniche, impiego terapeutico e curiosità storiche. 
In passato, conoscere le piante e le loro virtù era fondamentale per la terapia medica antica, in quanto corrispondeva all'unica soluzione possibile per la cura delle malattie. Nel tempo, vennero chiamate "officinali" tutte le erbe (specie annuali o perenni le cui parti aeree sono per lo più verdi e di consistenza non legnosa) e lepiante (alberi e arbusti) impiegate nelle "officine" (laboratori farmaceutici) degli speziali. Questi artigiani conoscevano le tecniche di lavorazione delle piante, le procedure di preparazione (oli, unguenti, profumi, tisane ecc.) e di conservazione, e se ne servivano per realizzare rimedi medicamentosiprodotti cosmetici e profumi
Oggi le "erbe e le piante officinali" sono quelle utilizzate per preservare la salute e il benessere di uomini e animali; che possono essere impiegate tali e quali in cucina, come spezie per aromatizzare alimenti; nella preparazione di tisane; oppurelavorate con procedure chimiche, nella produzione di liquori,integratori alimentaricosmeticifarmaci e altri prodotti per la casa.
Secondo l'Organizzazione Mondiale dalla Sanità (OMS), tra le erbe e piante officinali sono definite "medicinali" quelle che "contengono in uno o più organi, sostanze che possono essere utilizzate a fini terapeutici o preventivi o che sono precursori di emisintesi chemiofarmaceutiche", da cui derivano preparati farmacologicamente attivi
È quindi chiaro che una pianta può essere "officinale" in un paese e non in un altro, a seconda delle regolamentazioni, in quanto è un termine esclusivamente procedurale e indica quelle piante inserite all'interno di elenchi ufficiali (farmacopea), utilizzabili dai laboratori farmaceutici, a prescindere dal fatto che queste piante abbiano o meno proprietà di tipo medicinale. Eventuali restrizioni a tale possibilità nascono dalla compatibilità della pianta, o del suo derivato, al suo specifico modo d'uso; e dalla conformità del prodotto finito, rispetto alla legislazione di riferimento.
Per ogni erba o pianta officinale, la parte utilizzata (foglie, fiori, semi, corteccia, radici ecc.) è chiamata "droga". La droga contiene ilfitocomplesso cioè l'insieme dei principi attivi che caratterizzano le proprietà del vegetale, non riproducibili per sintesi chimica. Illavoro sinergico dei principi attivi all'interno del fitocomplesso garantisce alla pianta una serie di azioni contemporanee, che il singolo componente risulta non possedere, oltre all'abbassamento della soglia di tossicità, controindicazioni ed effetti collaterali. Ecco perché in campo erboristico si cerca di mantenere la pianta nella sua integrità (in toto) per la preparazione di prodotti naturali

Le erbe e piante officinali nella storia dell'uomo

Le erbe e piante officinali hanno accompagnato l'uomo per tutto il corso della sua storia. Il più antico documento medico occidentale,per ora rintracciato, è il Papiro di Ebers, risalente al 1500 a.C. GliEgizi facevano largo uso di rimedi vegetali, in particolar modo conoscevano le proprietà delle erbe e piante officinali di tipo aromatico, che impiegavano nel processo di mummificazione.
Nell'antica Grecia, le conoscenze sulle erbe e piante officinali si mescolarono con le teorie medico-filosofiche e si basavano soprattutto sulle nozioni contenute nei testi medici scritti daIppocrate (V secolo a.C.) e in quelli botanici di Teofrasto e successivamente di Dioscoride. A quest'ultimo si deve il primo trattato di botanica farmacologica dell'antichità: l'opera De Materia Medica, ancora oggi, è preso a modello nella stesura deglierbari contemporanei.
Già nel I secolo d.C. vennero realizzati gli orti medicinali, dove si coltivavano piante sfruttate dalla Medicina Umorale di Ippocrate, perfezionata a Roma dal medico Galeno. Egli fu il primo a considerare la Dietetica, come parte della terapia attraverso l'uso di fruttaverdura e piante officinali, assunte attraverso l'alimentazione, dando veste scientifica a ciò che le donne di ogni epoca hanno appreso attraverso l'esperienza di tutti i giorni.
Nel Medioevo, gli Arabi diedero un grande impulso sia all'alchimiae alla chimica con l'invenzione dell'alambicco, che permise la scoperta dell'alcol. Questa nuova sostanza, derivata dalladistillazione di erbe e piante officinali, ebbe ripercussioni nellosviluppo farmaceutico di tinture e distillati. Inoltre gli scienziati arabi furono i primi ad organizzare una farmacopea, con descrizioni di ricette fornite di dosaggi, proporzioni e composizioni chimiche. 
Tra l'XI e il XIII sec., vengono redatti i primi testi farmaceutici, in cui confluirono le teorie grecheromane e arabe, sintetizzate nella definizione delle operazioni fondamentalilozionedecozione,infusione e triturazione. In questo periodo si diffuse l'uso delle spezie e delle erbe e piante officinali e la Scuola salernitana si distinse per la grande perizia nel selezionare le erbe, sulle quali abbondano indicazioni terapeutiche che si sono dimostrate efficaci ancora ai nostri tempi.
La Botanica intesa come scienza nacque solo agli inizi del '500, grazie alle scoperte geografiche e alla introduzione della stampa. Si diffusero, in questo periodo i primi erbari secchi. Nel 1533 a Padova fu istituita la prima cattedra di "botanica sperimentale". Nel 1554 Pietro Andrea Mattioli redasse il più significativo testo di medicina e di botanica dell'epoca, conosciuto con il nome Discorsi di Pier Andrea Mattioli sull'opera di Dioscoride. Oltre a tradurre l'opera dal greco, la completò con risultati di una serie di ricerche suerbe e piante officinali ancora sconosciute all'epoca, trasformando i Discorsi in un testo fondamentale, un vero punto di riferimento per scienziati e medici per diversi secoli.
Nel '700 il medico e naturalista svedese Carl von Linné operò la prima classificazione scientifica degli esseri viventi. In particolare conla nomenclatura binominale, identificò le specie vegetali viventi, dividendole in basi alle classi, agli ordini e ai generi, portando lo studio delle piante al rango di disciplina scientifica a tutti gli effetti.
La prima "creazione" di una molecola in laboratorio, a partire da un principio attivo naturale, segna la nascita della Farmacologiamoderna. Con la sintesi di principi attivi, che imitano l'attività farmacologica di un vegetale, l'uso delle erbe e piante officinali nella terapia medica si sposta principalmente nel campo dellafitoterapia e dell'omeopatia. Tuttavia la ricerca botanica e quella chimica vegetale continuano a compiere studi scientifici sulle sostanze contenute nelle piante, utilizzate dall'uomo in ogni tempo e in ogni luogo della sua storia.

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